La gara a chi è più pacifista imbarazza anche Cuperlo: «Contendersi le piazze è una farsa»

12 Ott 2022 9:00 - di Sara De Vico

“Per carità, evitiamo di ridurre una tragedia a farsa. Qua non si tratta di contendersi la paternità di una piazza, anche solo pensarlo è misura di una miseria dello spirito, più che politica”. Parola di Cuperlo che, intervistato da Repubblica, boccia la nuova gara a sinistra nella mobilitazione arcobaleno all’insegna del pacifismo e del disarmo. Che ha portato alla luce divisioni e imbarazzi.

Cuperlo boccia la gara al pacifismo

“Viviamo la stagione più angosciante degli ultimi decenni, proviamo tutti a metterci all’altezza del dramma che si consuma sotto ai nostri occhi. Niente etichette. Nessun calcolo di bottega. La pace è il valore costitutivo dell’Europa rinata nella seconda metà del ‘900. Follia dimenticarlo”, spiega il deputato dem. Uno dei leader della sinistra interna del Pd, che  torna in Parlamento dopo cinque anni di pausa forzata “causa Renzi”. Insomma la piazza non è la strada, serve che l’Europa faccia sul serio per aprire spiragli di negoziato.

L’Europa deve lavorare compatta alla tregua

Non è cambiata la responsabilità della tragedia”, chiarisce Cuperlo. “Putin è il dittatore che ha ordinato questa mattanza. Detto ciò siamo all’ottavo mese di un conflitto e dinanzi a una escalation militare che colpisce civili inermi evocando il rischio atomico. Cos’ altro deve accadere perché l’Europa allarghi ogni spiraglio di una tregua così da arrestare i massacri ed evitare una catastrofe umanitaria senza eguali dopo Hiroshima?”.

La strada non può essere la guerra ad oltranza

Sull’invio alle armi che ha diviso anche il Pd, oggi decisamente spaccato con un pezzo di partito tentato dal niet grillino, Cuperlo respinge l’accusa di ambiguità. “C’è chi ha ritenuto un errore l’invio delle armi. Io quella scelta l’ho condivisa”. L’intransigenza di Zelensky non rischia di essere un ostacolo alla pace? Anche qui la parola chiave è l’Europa. “Bisogna avere rispetto per chi vive sotto i missili e vede morire e torturare la sua gent. Ma compito dell’Europa è anche trovare le parole e gli atti che nel sostegno alla resistenza ucraina spingano verso una tregua da imporre a Putin. Per riuscirci Mosca deve sapere che l’Europa agirà compatta. L’Ucraina deve essere protagonista di una strada che non può essere la guerra a oltranza. Sulla quale insistono solo polacchi, nordici e britannici, ma non gli Stati Uniti”.

Le armi non riusciranno a rovesciare il regime di Mosca

Calma e gesso di fronte all’ipotesi che il prossimo governo chieda al Parlamento di votare un nuovo invio alle armi. Ma, avverte Cuperlo, la linea in politica del prossimo segretario dem non cambierà. “Se accadrà sarà giusto valutare la richiesta. Non ero in Parlamento, ma l’invio di armi deciso dal governo Draghi lo avrei votato. Difendere l’Ucraina è un dovere. Pensare che le armi servano a rovesciare il regime di Mosca è fuori dalla realtà”.

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