Kim Jong-un lo ha rifatto: altri due missili sui cieli del Giappone. Usa “pronti a una risposta”

6 Ott 2022 8:18 - di Laura Ferrari
Kim Jong-un

Nuova escalation militare del regime guidato dal presidente Kim Jong-un: nella notte la Nord Corea ha infatti lanciato altri due missili verso il Mar del Giappone a 48 ore di distanza dal suo ultimo test. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, citando i Capi di stato maggiore congiunti di Seul, due missili sono stati lanciati dall’area di Samsok.

Primo a condannare i lanci di Pyongyang è stato il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, che li ha definiti “assolutamente intollerabili”.  Il ministro giapponese della Difesa, Yasukazu Hamada, ha chiarito che i due missili sono caduti fuori dalla zona economica esclusiva del Giappone, precisando che non ci sono notizie di danni riportati da navi o aerei del suo Paese. I due missili nordcoreani hanno volato per una distanza compresa tra 350 e 800 chilometri a un’altitudine che varia tra i 50 ed i 100 chilometri.

Il nuovo lancio di missili balistici verso il Mar del Giappone fa parte delle “giuste misure di contrasto” alle esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud che stanno “aumentando le tensioni militari” nella penisola coreana. Lo ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri di Pyongyang, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.

Il presidente Kim Jong-un guida una dittatura comunista

La Corea del Nord è spesso considerata la peggior dittatura di stampo comunista ancora esistente. L’attuale leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, dal dicembre 2011, mese in cui il padre è morto, è alla guida del Paese. Nonostante le sanzioni economiche imposte al Paese dalla comunità internazionale, sotto il suo regime dittatoriale i test atomici sono proseguiti, ciò incrementando l’ostilità nei rapporti con gli Stati Uniti,

I missili della Nord Corea come misure di contrasto alle manovre navali di Usa e Corea del Sud

Nella nota la Corea del Nord ha “condannato fermamente” gli Stati Uniti ed altri Paesi per aver convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in merito ai lanci missilistici. Pyongyang ha inoltre fatto riferimento al ritorno della portaerei americana a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan nelle acque della penisola coreana, sostenendo che gli Usa rappresentano “una seria minaccia per la stabilità” dell’area.

L’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, ha chiesto alla Corea del Nord di “cessare il comportamento sconsiderato e provocatorio”, denunciando “un’escalation” a seguito del nuovo lancio di missili balistici verso il Mar del Giappone e facendo appello a Pyongyang a “tornare al dialogo”.

Anche il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha condannato i test missilistici, affermando che i lanci sono una violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e rappresentano “una minaccia” per i Paesi vicini e la comunità internazionale.  Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avvertito che se la Corea del Nord continua “su questa strada” di provocazione, “aumenterà solo la condanna, aumenterà l’isolamento e aumenterà i passi compiuti in risposta a le loro azioni”.

Nella foto il presidente Nord Coreano Kim Jong-un con i suoi ufficiali

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