Il travaso di bile di Travaglio per il nuovo governo: sul “Fatto” insulti e veleno

22 Ott 2022 10:57 - di Federica Parbuoni
travaglio

Qualcuno salvi il soldato Travaglio. Il Fatto Quotidiano di oggi, infatti, dà la sensazione che il direttore stia per affogare nella sua bile più di quanto si potesse immaginare. Tutto il giornale parla di una difficoltà estrema ad accettare la nascita del nuovo governo, che sarebbe composto, si legge in un titolone a doppia pagina, di «Riciclati, miracolati e soliti noti». Insomma, dei «24 di Giorgia» per il Fatto pressoché nessuno si salva. Un giudizio talmente negativo da far temere che da quelle parti si sia prossimi a un tracollo emotivo.

Travaglio affranto, ma riconosce la «svolta bella» di Meloni premier

Per Travaglio, che firma un editoriale in prima intitolato «Il governo dei mediocri», «l’unica novità del governo Meloni è Giorgia Meloni», in quanto prima donna premier d’Italia: «Una bella svolta, anzi una svolta bella: l’unica, però», scrive, aggiungendo che per il resto «trovare qualcosa di nuovo e di buono in questa squadra, o squadretta, è arduo, se si eccettuano un paio di nomi decorosi, come Schillaci alla Salute». Però, attenzione, non è mica una posizione pregiudiziale, infatti, spiega il direttore «abituati a giudicare dai fatti, speriamo di essere smentiti». Ma non si capisce come potrebbe accadere questo miracolo, visto che per Travaglio siamo di fronte a una serie di vizi di forma e di sostanza che appaiono inemendabili: i ministri sarebbero, infatti, a seconda dei casi, «reduci di B.», incompetenti, sodali di lobby, «tutti allineati all’establishment».

«Reduci, riciclati, miracolati»: al Fatto l’hanno presa benissimo

Se ci si sposta nelle pagine interne non va meglio. A pagina due si parla di «Governo di reduci», fatto da «fedelissimi, ex, poche donne». Tra pagina 4 e 5 il focus è su Crosetto, Sangiuliano, Roccella, Valditara, Mantovano, Nordio. Non ce n’è uno che vada bene, e fa un po’ sorridere pensando al curriculum, alle competenze, all’impegno profuso negli anni da ciascuno nel proprio settore e all’apprezzamento, spesso trasversale, che hanno saputo conquistarsi. Ma l’apoteosi si raggiunge nelle pagine 6 e 7, dedicate presentare l’intero governo con una breve biografia di ogni ministro. È qua che troviamo quel titolo sui «riciclati, miracolati e soliti noti» che dà la misura, per usare una battuta molto in voga in queste ore, delle quantità di Maalox che pure al Fatto si staranno consumando.

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