Speranza si sveglia e dopo 3 giorni replica alla Meloni: stroncare il suo operato l’ha mandato in tilt

1 Set 2022 19:55 - di Chiara Volpi
Speranza Meloni

Dopo quattro giorni di dignitoso silenzio, il ministro Speranza si sveglia e decide che è arrivato il momento di rispondere al guanto di sfida che Giorgia Meloni gli ha lanciato annunciando: «Sul piano sanitario, Speranza ha completamente fallito… Una delle prime cose che faremo ad inizio della prossima legislatura sarà quella di istituire una Commissione d’inchiesta sulla disastrosa gestione della pandemia»… E così, dopo aver covato la risposta per 72 ore, in un’intervista rilasciata oggi a La Stampa, il titolare del dicastero della Salute con la flemma che lo contraddistingue replica alla leader di FdI su un tema delicatissimo come quello della gestione della pandemia, sul quale – per inciso – il ministro ancora deve fornire diverse delucidazioni agli italiani.

Speranza si sveglia e replica a Giorgia Meloni

Infatti, anche se dal Palazzo di Giustizia bergamasco – impegnato a indagare per epidemia colposa e falso in relazione alla mancata istituzione delle zone rosse ad Alzano Lombardo e Nembro durante l’emergenza coronavirus – dopo aver fatto tremare i palazzi romani di Lungotevere Ripa, è arrivata la buona novella che ha sollevato Speranza dalle responsabilità del caso, per il ministro la sentenza politica ed elettorale arriverà dopo il 25 settembre. Con la Meloni – come ha annunciato quattro giorni fa – pronta a chiedere contezza dell’operato del ministro attraverso l’istituzione di una Commissione d’inchiesta.

L’annuncio della Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia lo ha mandato in tilt

Del resto, non è certo da oggi che Fratelli d’Italia esorta chiarezza sulla gestione dell’emergenza sanitaria. O che sostiene di volere vederci chiaro sulle scelte fatte da Speranza. Eppure, l’eventualità prospettata dalla Meloni in giorni di campagna elettorale deve aver toccato un nervo scoperto. Tanto da indurre il ministro a replicare (anche se con calma)… «Io ho la coscienza a posto – ha tuonato allora oggi Speranza dalle colonne de La Stampa –. Ho fatto il possibile e ho tenuto insieme due assi essenziali. Il primato del diritto alla salute: ci sono stati momenti in cui si voleva aprire, aprire e aprire e io ho detto prima il diritto alla salute. E poi il secondo: la centralità dell’evidenzia scientifica, che dobbiamo rendere sempre più protagonista».

Il ministro non pago torna a evocare allarmismo e timori

E così, tanto per mettere ancora una volta le mani avanti, Speranza ha perfino rilanciato, sfoderando tra le pieghe delle polemiche, l’arma dell’allarmismo ed evocando il solo spettro dell’integralismo chiusurista: «Il Covid non è scomparso. Non ha preso un aereo ed è andato su Marte. Dovremmo occuparci ancora del Covid. E la strada è la vaccinazione: oltre il 90% degli italiani ha fatto la doppia dose e siamo tra i primi per la terza». Poi, subito dopo: «Gli italiani devono sapere cosa succede alla campagna di vaccinazione dopo il 25 settembre se la destra dovesse vincere». Una possibilità che i sondaggi acclarano ogni giorno e che evidentemente preoccupa Speranza…

Speranza ignora, o finge di ignorare, il programma di FdI

Il quale, a questo punto delle sue rivendicazioni, decide di passare all’attacco e all’offesa: «La destra, Salvini e Meloni, hanno atteggiamento ambiguo. Chi si candida deve dire come la pensa sulle vaccinazioni e se vuole cambiare linea al governo. Lo si dica, gli italiani devono saperlo». Per la verità, sul punto il programma di FdI è chiaro agli italiani. Tutti, meno forse il ministro della Salute. E parla chiaramente di «informazione, promozione e raccomandazione alla vaccinazione, in particolare per le fasce d’età a rischio e le situazioni di fragilità». E annuncia che non ci sarà «nessuna reintroduzione del Green Pass».

Speranza chiude la replica alla Meloni con un autogol…

Il quale proprio non si rassegna e non si vuole rassegnare. E delirando, da Twitter – dove si rivolge a Giorgia Meloni – rilancia incautamente: «Cara Giorgia, vedo che le tue invettive somigliano sempre più a quelle dei no vax. Perché non facciamo un bel confronto sulla sanità io e te dove e come vuoi?». Così Speranza sigla un ennesimo autogol, che potrebbe costargli caro…

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