Scuola, si riparte tra classi pollaio e rincari: mancano gli insegnanti, supplenze a raffica

12 Set 2022 10:03 - di Alessandra Parisi

La scuola riparte. Campanello di inizio per quasi tutta Italia all’insegna della ritrovata normalità e del caos. Tra rincari energetici, classi pollaio e regole poco chiare del Ministero. Oggi  ritorneranno tra i banchi gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella Provincia di Trento. Poi a seguire dal 13 settembre le altre regioni. In coda, il 19 settembre, Sicilia e Valle d’Aosta. A entrare in classe saranno 7.286.151 studentesse e studenti per un totale di 366.310 classi nelle scuole statali.

Scuola, si riparte: ma la normalità è lontana

La tanto attesa novità di quest’anno si chiama normalità: si torna senza distanziamento, senza personale aggiuntivo Covid, senza mascherine, senza Dad. Resta il nodo irrisolto dell’aerazione delle classi. Via libera anche alle gite. Ma se il quadro sanitario dovesse peggiorare le scuole devono essere «preparate e pronte» – dice il ministero – a rimettere in piedi le misure assunte negli ultimi tre anni. Come sempre, più di sempre, l’avvio si preannuncia all’insegna del caos. Prova a metterci una pezza il ministro Patrizio Bianchi con la retorica della ripartenza e del ‘teniamoci per mano’. “C’è bisogno di guardarsi negli occhi”, dice assicurando di lasciare al suo successore una scuola migliore.

Il tabù dell’aerazione nelle aule

Lo stato dell’arte è fotografato su Repubblica da Mario Rusconi, presidente dell’associazione nazionale presidi di Roma. “La scuola oggi riparte, ma il dibattito politico sul futuro di questa istituzione fa piangere. Riconquistiamo una semi normalità”, ha detto. “Perché alcuni problemi che abbiamo vissuto negli anni della pandemia ce li portiamo ancora dietro”. Per Rusconi il problema numero è quello dell’aerazione. “Un sistema efficiente costa tra i due e i quattromila euro per classe, una spesa ad oggi insostenibile. Ci dicono allora che è necessario aprire le finestre. In inverno, la soluzione di un problema ne comporterà un altro. Le temperature si abbasseranno e sarà più difficile ridurre i costi del riscaldamento”.

Buio fitto sui rincari energetici. Ministero poco chiaro

Buio fitto sui rincari energetici. “Ancora non sappiamo quali saranno le indicazioni del governo”, incalza il presidente dei presidi della Capitale. Il secondo grande problema  è rappresentato dalle classi pollaio. Il dato ufficiale dell’1%, circa 4mila in Italia, è parziale. Perché tiene conto del numero degli studenti e non della capienza delle aule. “Se la malattia dovesse tornare a diffondersi, sarebbe impossibile mantenere il distanziamento”, dice il preside sottolineando le ambiguità sulle misure sanitarie. “Per esempio non può entrare chi ha più di 37,5 di temperatura. Ma la scuola non può misurare la temperatura, in sostanza ci si affida alla buona fede dei genitori”.

Classi pollaio e insegnanti mancanti

Non va meglio con gli insegnanti mancanti. Un vuoto che dovrebbe essere colmato con le graduatorie provinciali per le supplenze. Ma è uno strumento che non funziona. “Lo scorso anno l’80% dei supplenti richiamato in questo modo ha rinunciato all’incarico. Nel frattempo le scuole possono nominare direttamente dalle loro graduatorie interne. Ma anche qui ci sono state diverse difficoltà”. Infine la beffa dei fondi del Pnrr per le scuole. “La maggior parte delle scuole riceverà circa 200mila euro. Ma tutti i colleghi con cui parlo ripetono la stessa frase: non abbiamo le risorse amministrative per gestire questi fondi, quindi non li gestiremo. Ad oggi nel Lazio mancano più di 1.000 unità tra collaboratori scolastici e personale tecnico amministrativo”.

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