Nel campo rom di Vigonza con il reddito di cittadinanza e 74 auto intestate: denunciata una 40enne

6 Set 2022 14:15 - di Davide Ventola
campo nomadi Vigonza

Viveva nel campo nomadi di Vigonza in provincia di Padova, percepiva il reddito di cittadinanza ma era intestataria di oltre 74 autovetture, tra cui fuoriserie tipo Audi, Mercedes e Maserati. A finire sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza di Padova una quarantenne che risulta persino titolare di un’attività di commercio di macchine usate. Nel corso delle attività di verifica e di controllo sui beneficiari del reddito di cittadinanza, le fiamme gialle hanno notato delle anomalie esaminando il fascicolo della signora. Residente nel campo nomadi di Vigonza, da quanto emerge sarebbe l’unica titolare di un’azienda con sede nella profonda campagna dell’area di Saonara.

Quegli incidenti che hanno insospettito la Guardia Finanza

L’indagine, come riporta il Corriere Veneto, è partita su segnalazione della Guardia di Finanza, proprio perché la donna – con precedenti penali per truffa – percepiva il Reddito di Cittadinanza anche se titolare di un’attività dedita al commercio di auto usate . Pur essendo non patentata, ben 58 vetture a lei intestate sono state coinvolte in incidenti stradali.

Viveva nel campo rom di Vigonza: aveva Maserati e Mercedes (senza patente)

Dopo la denuncia per aver reso false dichiarazioni circa la propria condizione economica ed aver percepito indebitamente un sussidio statale, le indagini sono proseguite, portando alla luce i contorni di uno schema ben più ampio e potenzialmente orientato ad ulteriori attività illecite. Ad insospettire ulteriormente sia la procura del capoluogo euganeo sia i finanzieri al lavoro sul caso, anche il fatto non trascurabile di come la donna risulti tutt’oggi priva di patente di guida – pur avendo a disposizione sia utilitarie che macchine di alta gamma, come Mercedes e Maserati – e di come i tre quarti dei veicoli a lei intestati risultino coinvolti in incidenti stradali. L’ipotesi più plausibile è quella secondo cui la donna stia fungendo da prestanome per un’attività fittizia, con lo scopo finale di raggirare le compagnie di assicurazione. La quarantenne, infatti, risulta indagata per truffa, reato per il quale era già stata giudicata colpevole in passato.

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