Letta flambé, il leader dem è ossessionato dalla fiamma: «FdI la tolga dal simbolo»

5 Set 2022 10:07 - di Valerio Falerni
fiamma

Ma dov’è stato finora Enrico Letta? A Parigi, certo. Ma anche da lì si sarà accorto (o l’avrà saputo) che in Italia c’era (e c’è) un partito con la fiamma nel simbolo. E allora non si capisce come faccia a definire questa circostanza come «una cosa inspiegabile». Il leader dem risponde così al direttore di Repubblica in un’intervista in cui non si capisce chi – tra Letta e Molinari – sia in materia più ignorante o in mala fede. Davvero una bella lotta. Basta leggere la domanda per rendersene conto: «A cent’anni dalla Marcia su Roma c’è una fiamma che ancora arde nel simbolo di Fratelli d’Italia, ed è quella sulla tomba di Mussolini (…)».

Così il segretario del Pd alla solita Repubblica

Marcia su Roma, tomba di Mussolini: signori, ma di che parlate? Davvero credete che che ci sia un solo italiano, tra quelli ovviamente che non votano Pd e affini, che ancora s’attarda dietro queste domande insensate, dove mescolate a casaccio storia e politica in omaggio alla più trita propaganda? Passi pure per Repubblica, il cui titolo d’apertura del 26 settembre neanche riusciamo a immaginare nel caso vincessero Giorgia Meloni e il centrodestra, ma Letta che si presta all’antifascismo fuori tempo massimo muove addirittura a compassione. Dev’essere davvero a mal partito se – sempre stando alla fiamma – dice di riuscire a capacitarsi come mai quel simbolo sia ancora al lì.

Ma la fiamma ha già “governato”

Dev’esserne davvero turbato se dice, com’è arrivato a dire con sommo sprezzo del ridicolo,  che «la Marcia su Roma fu possibile perché qualcuno non fece fino in fondo il proprio dovere». Un delirio. Uno della sua età (e di quella di Molinari) dovrebbe sapere che la fiamma è già stata al governo nel 1994 e poi dal 2001 al 2006 senza che a nessuno venisse in mente di ri-marciare su Roma né di ri-proclamare l’impero. Stia perciò sereno Letta: si goda il proprio nullismo politico, acconciandosi alla imminente sconfitta elettorale con rassegnata tranquillità. Ci penseranno gli italiani a ricordargli che i popoli guardano avanti e non indietro.

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