Il Washington Post intervista Meloni e spiega: «Ascesa sbalorditiva, sta cambiando la politica»

13 Set 2022 18:11 - di Federica Parbuoni
meloni washington post

Un’«ascesa sbalorditiva» che, «se tutto andrà come previsto», la porterà a diventare «il primo presidente del consiglio donna in Italia». Anche il Washington post ratifica il successo di Giorgia Meloni, il modo in cui è riuscita, in una politica «dominata dagli uomini», a emergere e a far emergere il suo partito, fino a determinare il cambiamento «sia della politica sia del tono politico del suo Paese». «In un mondo politico in cui tutti dicono una cosa e ne fanno un’altra, il sistema di valori del nostro partito è chiaro», ha quindi spiegato la leader di FdI al Washington Post, che, oltre a tracciarne un lusinghiero profilo, l’ha anche intervistata. 

Meloni: «Incontro elettori che mi dicono: “Ero di sinistra, ma voterò te”»

«Continuo a incontrare ex elettori di sinistra che mi dicono: “Ero di sinistra, ma questa volta voterò per te“», e questo accade perché la sinistra italiana «ha dimenticato il mondo del lavoro per seguire un’agenda ideologica ignara della quotidianità dell’uomo comune. È a loro – ha chiarito Meloni – che cerchiamo di offrire risposte reali». Quanto alla prospettiva di diventare premier, la leader di FdI ha ribadito che «non posso dire che di fronte a una tale responsabilità le mie mani non tremino». «Non ho mai considerato la politica come una questione personale», ha proseguito Meloni, spiegando che da ragazzina voleva diventare «interprete o traduttrice». Nel caso gli elettori assegnino a FdI questo tipo di responsabilità allora «sarò premier», ha ribadito Meloni, ricordando comunque che la decisione spetta al presidente della Repubblica.

La sfida di governare l’Italia in «una delle situazioni più complesse di sempre»

«Ci ritroveremmo a governare l’Italia in quella che forse è una delle situazioni più complesse di sempre», ha spiegato Meloni al Washington Post, ricordando che «nel contesto europeo siamo in fondo alla classifica su tutti i dati macroeconomici, il nostro debito pubblico è totalmente fuori controllo e abbiamo a che fare con una povertà crescente». Ma – ha precisato – credo anche che questa nazione possa invertire la rotta con un po’ di buon senso e una classe politica che sappia spiegare le scelte impopolari ai cittadini».

Meloni: «Verso gli avversari ho un rapporto maturo, loro non mi pare»

Quanto al rapporto con gli avversari, Meloni ha chiarito che «non ho mai odiato nessuno e parlerò con tutti, perché non ho pretese di superiorità né complessi di inferiorità. Fondamentalmente, ho un atteggiamento maturo nei confronti dei miei avversari politici. Non credo – ha aggiunto – si possa dire lo stesso di loro nei miei confronti». Un atteggiamento che Meloni mantiene rispetto al contesto europeo. Meloni ha chiarito di non sentirsi affatto «una minaccia, una persona mostruosa o pericolosa».

«Noi facciamo scelte serie, non sento il bisogno di farmi accettare in Europa»

«Mi considero una persona molto seria e penso che sia con serietà che dobbiamo rispondere agli attacchi interessati che ci stanno muovendo», ha detto, chiarendo di non avere bisogno di farsi accettare in Europa. A parlare saranno le scelte: «Se dovessimo vincere le elezioni, una volta presentata la nostra prima legge di bilancio, forse le persone all’estero noteranno come esistano partiti più seri di quelli che hanno aumentato il nostro debito per acquistare i banchi di scuola con le rotelle». «Mi interessa che l’Italia abbia il ruolo che merita nel contesto europeo», ha proseguito Meloni, non negando «di aver criticato l’Ue, e spesso le sue priorità. Ma forse in alcuni casi non ci siamo sbagliati. Quello che sta succedendo in questi anni, con la pandemia e la guerra, sta a dimostrare quante priorità europee siano state fuori luogo».

Gli Usa e il rapporto con i Repubblicani

Inevitabile poi, nell’intervista della Meloni al Washington Post, un passaggio sugli Usa: «Sono ovviamente un punto di riferimento per le nostre alleanze e ho un buon rapporto con il Partito Repubblicano». Rispondendo alla domanda sulla polarizzazione del Gop, diviso tra trumpiani e anti-trumpiani e su quale parte del partito veda più sintonia con FdI, Meloni poi ha chiarito che non le interessa «entrare nel dibattito all’interno del Partito Repubblicano, perché sarebbe una questione troppo complessa per me». «Sto seguendo attentamente la loro evoluzione e guardando cosa accadrà con le elezioni di Midterm», ha concluso.

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