Il greco antico è per sempre: ora più che mai nella stagione dei social e degli influencer

29 Set 2022 13:06 - di Guglielmo Federici
greco antico

Una bella iniziativa del Corriere della Sera quella di  pubblicare una collana di libri dedicata alla civiltà ellenica allegata al quotidiano. Oggi in edicola troviamo il testo dedicato al valore perenne del greco antico, con quelle parole che arrichiscono e allargano la mente. Lo studio della lingua classica per molti studenti ha l’effetto di un “innamoramento a prima vista”. E non solo per noi “anziani” ex studenti, ma anche per chi oggi siede dietro i banchi dei licei classici: figli, figli  di colleghi, amici, amici di amici. Per questo la domanda che si pone Franco Manzini nel presentare l’opera è più che mai pertinente: “Lo studio del greco possiede davvero un carattere formativo oppure genera soprattutto nei giovani motivi di stress, disgusto, frustrazione dinanzi a voti mediocri e selettivi? Perché affrontare ancora oggi l’apprendimento di un remoto alfabeto enigmatico; che trae origine da una trasformazione di quello fenicio, e di un linguaggio ostico, che non possiede apparentemente un’applicazione diretta nella vita di tutti i giorni trascorsi perlopiù navigando su Internet”?

Tutte le parole che usiamo derivate dal greco antico

Tutte queste domande trovano risposta: dimenticare l’importanza del greco e del latino significherebbe dimenticare chi siamo, scrive Manzini. Si dirà: la solita frase fatta che usano i prof, da dove veniamo, le nostre antiche culle, la tiritera sugli archetipi… No, non è così. Il greco è tra noi. Vivo e vegeto. “Senza accorgercene, quotidianamente utilizziamo migliaia di parole,più di ottomila, che derivano dal greco antico; toccando le diverse branche della conoscenza e dei domini del sapere”. Qualche esempio: biblioteca, sclerosi, elicottero, agonia, farmaco, cometa, democrazia, basilica, semaforo, cubo, ecologia, orchestra, androgino, barometro, Cristo. Senza dimenticare i termini medici, della botanica, della zoologia. Ancora:  pediatra, analgesico, burro, cancro, barbaro, aneurisma, miriade, fenomeno, cristallo, metafora, filosofia, atomo, grammatica, monogamo, tesi, cratere. E ancora – antidoto, castagna, accademia, eterosessuale, cinematografo, etimologia, ateo, catacomba, agorafobia, bambino, calligrafia, ippodromo, acefalo, baritono, anemia, cosmo. E tante altre ce ne sarebbero, basta far caso a come si parla.

L’impresa del Greco antico: come è riuscito a sopravvivere

Termini entrati a far parte del vocabolario italiano, “giunti dal greco antico grazie al passaggio in latino tramite la traslitterazione dei fonemi. Una trasfusione dal greco antico alle lingue neolatine e non solo. Potremmo parlare di un linguaggio evergreen , appreso e disseminato dai Romani, che dalla Grecia saccheggiarono tutto: linguaggio, architettura, poesia, scienza, scultura, teatro, storia, retorica, favole, geografia, pittura, medicina“. Il greco antico ha compiuto l’impresa di “essere riuscito a continuare a sopravvivere, pur da lingua effettivamente morta, nel corso dei secoli studiata e custodita fino a oggi. Perciò è decisivo per tutti approfondire lingua, grammatica, civiltà e autori classici greci, in particolare per coloro che desiderano emergere in molteplici competenze. Non certamente per dare sfoggio di sé e della propria cultura, non per far parte di una ristretta élite o di un club per narcisisti. Semmai per voglia di sapere”. Un elogio ineccepibile.

L’iniziativa del Corriere della Sera; il valore perenne del greco antico

La domanda degli scettici: ma come, proprio in un momento in cui siamo immersi nella modernità , nell’intelligenza artificiale, in un tempo in cui si parla di Metaverso, in età dominata dai social ti vanno a ‘riciccicare’ il greco antico? Ebbene sì, proprio per tutti questi elementi ora più che mai l’iniziativa del quotidiano di via Solferino è bella e opportuna. Proprio nell’era di social network, degli influencer, degli sms, degli smartphone e delle nuove tecnologie lo studio del greco possiede davvero un carattere formativo e strutturale nel pensiero e nel linguaggio. Perché si conservi e non si impoverisca, perché non si banalizzi. “È tempo di ridare ai giovani come agli adulti un forte flusso di stimoli, portandoli a leggere in originale o almeno in traduzione testi splendidi”. E si scoprirà che  Omero, Esiodo, Saffo, Alceo, Anacreonte, Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane e Menandro sono nostri compagni di viaggio nelle tragicommedie quotidiane e nel senso profondo della vita. Anche con tutte le difficoltà di superare gli ostacoli che può comportare una traduzione nel processo cognitivo dello studente. Un approccio di qualità e di profondità da rivalutare ora più che mai. Un ceffone sonoro alla cancel culture. Seguiranno altri volumi di Mattia De Poli, Il teatro (6 ottobre); Luca Antonelli e Lorenzo Braccesi, Il potere (13 ottobre); Francesco Massa, Il mito (20 ottobre); Daniela Sacco, Lo sport (27 ottobre).

Il greco antico è vive e vegeto sul web

E poi non crediate che il greco non si concili con la modernità. Il greco ha i suoi tifosi anche on line. Le pagine su Fb dedicate al Vocaborario di Greco ‘Rocci’ sono molto frequentate da utenti di ogni età. C’è poi  la paginaa ironica “Lingue morte e me ne vanto” molto gettonata. Come quella sul “Greco antico”, con segnalazioni librarie sempre interessanti. Non solo, ma negli ultimi tempi sui social sono stati aperti molti gruppi con offerte di lezioni di greco antico e moderno, nella quali si possono leggere le adesioni e le tante richieste di informazioni da parte utenti di ogni età. Insomma, viva il greco per sempre.

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