Campobasso, segregata al freddo per 22 anni dal fratello e dalla cognata, liberata dai carabinieri

12 Set 2022 16:59 - di Paolo Lami
Messina

Il fratello e la cognata l’hanno segregata per oltre 22 anni in una specie di scantinato, in casa del congiunti, al freddo, costringendola a subire incredibili privazioni e a vessazioni di ogni genere, con percosse continue. E solo l’intervento dei carabinieri, dopo una segnalazione, ha consentito ad una 67enne molisana, della provincia di Campobasso, che ha vissuto segregata per due decenni, di tornare a riassaporare la libertà che credeva perduta per sempre.

Una storia incredibile che ha inizio ventisette anni fa, nel 1995, quando la donna, allora giovanissima, rimane vedova. E, per non vivere, in solitudine, accoglie l’invito del fratello che le offre di ospitarla mettendole a disposizione quella che era stata la stanza degli anziani genitori.

I primi anni di convivenza trascorrono in tranquillità e non lasciano presagire ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.

A un certo punto la donna inizia ad essere vista come un peso dal fratello e dalla cognata. E viene costretta a spostarsi in una stanza ricavata di fianco alla legnaia, priva di riscaldamento.

La stanza è accessibile attraverso una scala a chiocciola esterna e viene dotata di un sistema di chiusura dall’esterno, che seppure rudimentale – uno spago resistente legato a un chiodo ancorato sul muro – riesce nello scopo di impedire alla donna di uscire in assenza dei coniugi.

Per anni la donna non ha potuto giovarsi cure mediche, e solo sporadicamente veniva accompagnata da una parrucchiera, dove era sorvegliata a vista dalla cognata.

Non è mai più uscita da sola neanche per andare sulla tomba del defunto marito e non le è stato mai concesso di fare due chiacchiere con nessuno.

Fino a qualche mese fa quando una segnalazione in una lettera mette in moto la macchina della giustizia. I carabinieri eseguono un primo accesso per acclarare la veridicità di quanto asserito nello scritto e immediatamente dopo richiedono il supporto di personale specializzato.

La reclusione ventennale della donna segregata sta per avere fine.

Qualche giorno fa la 67enne molisana viene accompagnata alla stazione dei carabinieri del posto e sentita dal maresciallo alla presenza di un consulente nominato dalla procura di Campobasso che segue le indagini circa le condotte delittuose cui dovranno rispondere i due coniugi.

Rassicurata del fatto che non avrebbe più fatto ritorno in quell’abitazione e messa a suo agio, la donna ha denunciato vent’anni e più di privazioni e vessazioni psicologiche e fisiche, avendo subito percosse e schiaffi da entrambi.

Aveva la possibilità di lavarsi nella vasca del bucato una volta al mese, non le era consentito l’utilizzo del bagno ma soprattutto nella stanza a lei devoluta, non era presente alcun sistema di riscaldamento.

La resilienza dell’anziana donna segregata è stata messa a dura prova negli anni ma ha vinto la sua capacità di sopportare le gravissime privazioni subite, dalla libertà personale, a quella di parola e di autonomina, mostrando un desiderio di vivere e uscire da tale situazione, cercando in ogni occasione di chiedere aiuto, con tentativi rimasti per troppo tempo inascoltati.

Ora la donna è stata ricoverata in una struttura protetta e sottoposta alle cure del caso, pur mostrandosi molto lucida e precisa nel racconto, nonostante il vissuto.

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