Sondaggio, è Letta il peggior premier degli ultimi 20 anni. Meglio di lui persino Monti

29 Ago 2022 15:33 - di Michele Pezza
Letta

«Come te non c’è nessuno». Enrico Letta non era ancora nato quando Rita Pavone cantava questo celebre motivo. Eppure gli calza alla perfezione, per quanto in negativo. Peggio di lui al governo, stando almeno al sondaggio dell’istituto Termometro politico pubblicato oggi da Libero e che vede l’attuale leader dem all’ultimo posto tra i premier degli ultimi venti anni, non ha fatto nessuno. Appena lo 0,5 per cento degli italiani lo gratifica come miglior presidente del Consiglio. In pratica, mezzo elettore su cento o, se si preferisce, uno su duecento: una debàcle. Riesce politicamente a mangiargli in testa anche l’inviso Matteo Renzi, ricordato come il premier ideale dal 4 per cento di connazionali.

La rilevazione è di Termometro politico

Ma meglio di Letta fanno praticamente tutti, persino il disastroso Mario Monti (0,7) e l’impalpabile Paolo Gentiloni (1,4). Per non parlare poi di Romano Prodi (10,8), Giuseppe Conte (13,6), l’attuale Mario Draghi (21,3) e, dulcis in fundo, Silvio Berlusconi, saldamente in testa al gradimento popolare con un ultra-lusinghiero 27,6 per cento. Roba vecchia, si dirà. Sbagliato, perché il sondaggio svela impietosamente quanto Letta abbia sbagliato e stia sbagliando a polarizzare intorno a sé la campagna elettorale. Avrebbe dovuto fare come Renzi, che l’aria ha saputo fiutarla, tanto è vero che ha mandato avanti Calenda a fare il frontrunner del sedicente terzo polo. Invece lui ha voluto metterci la faccia e ora rischia di vedersela restituita dagli elettori più livida di una melanzana.

Il governo Letta e l’aumento dell’Iva

E sì, perché a parte quel mezzo italiano che lo rivedrebbe volentieri a Palazzo Chigi, l’altro 99,5 per cento lo ha del tutto resettato dalla memoria. L’unico provvedimento che ne ricorda è l’aumento di un punto Iva nell’ottobre del 2013. Per il resto, immobilismo assoluto, assecondato dalla retorica minimalista della manutenzione affidata al «cacciavite» con cui Letta ruppe le balle anche a mezzo Pd. Non stupisce, perciò, che finì docente alle Sciences Po di Parigi. A conferma che aveva ragione G.B. Show a dire che quelli che sanno, fanno mentre quelli che non sanno, insegnano.

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