Pd alla frutta, dalla cena rissa di Ruberti spunta la Parentopoli dem: assunzioni a mogli e figli

23 Ago 2022 15:03 - di Chiara Volpi
Pd

In giorni di polemiche al vetriolo e colpi sotto la cintura, sul ring della campagna elettorale il Partito democratico vacilla e mena fendenti alla cieca pur di distogliere l’attenzione dai suoi guai. Il video con un furioso Albino Ruberti, ex capo di gabinetto del sindaco di Roma che ancora fatica a digerire la sua ultima cena di lavoro, lo registra mentre strepita. Sfida e minaccia il convitato pietrificato Francesco De Angelis, noto esponente dem. Insomma, l’ormai arcinoto caso che da giorni imbarazza il Pd, sembra essere solo la punta dell’iceberg…

La Parentopoli del Pd in Ciociaria

Anche se, come noto, l’emerso basterebbe e avanzerebbe per minare stabilità e rotta dell’ammiraglia del Nazareno. Specie in Ciociaria, dove i dem navigano a vista e in acque avvelenate. Oggi allora, a puntare i riflettori sulla situazione di Letta e compagni è addirittura la Repubblica, che in un ampio e documentato servizio emblematicamente intitolato “La Parentopoli del Pd laziale: assunzioni a mogli e figli dei politici“, mette nero su bianco il caos che attanaglia il partito ex socio di maggioranza dell’ultimo governo.

All’origine della cena-rissa vecchi rancori e mire su incarichi e affari

Già l’incipit del servizio citato promette l’arrosto sotto il fumo delle polemiche. Recriminazioni che hanno offuscato immagine e operato dei dem travolti dallo scandalo. Ed entrando subito nel merito, recita testualmente: «Tra partito, Comuni e società partecipate, chi a Frosinone è legato a un certo Pd sembra non rischiare la disoccupazione. Quella che va emergendo in Ciociaria è una sorta di Parentopoli. E, stando alle indiscrezioni, sarebbero stati anche vecchi rancori e mire su incarichi e affari ad aver trasformato il primo giugno scorso una cena in rissa».

Pd laziale, nel mirino modalità strategiche “ben rodate”

Un evento che doveva essere conviviale con a capotavola «un furioso Albino Ruberti, ormai ex capo di gabinetto del sindaco di Roma, immortalato mentre urla e minaccia, in un video che da giorni imbarazza il Nazareno». E non solo. Perché l’analisi di Repubblisi ampia raggio dell’indagine e spettro delle recriminazioni, puntando i riflettori su un sistema che sembra arrivato alla frutta. Parlando, nello specifico, di modalità strategiche “ben rodate”. E con al centro anche l’ormai celeberrimo Francesco De Angelis.

«De Angelis, detto ” Il Cannibale” per la voracità di palchi e voti»

«”Parliamo di uomini di potere, ma non più di consenso”, assicurano dagli ambienti dem ciociari», e riporta il quotidiano diretto da Molinari. Che poi prosegue: «De Angelis, detto ” Il Cannibale” per la voracità di palchi e voti, è alla guida del potentissimo Consorzio industriale del Lazio ed è membro della direzione nazionale del Pd. In precedenza, partendo dal Pci, è stato consigliere e poi assessore regionale, restando alla Pisana per tre legislature. Oltre che europarlamentare». Poi, «sfumato nel 2014 il bis a Bruxelles, subito è arrivata la poltrona consortile a Frosinone. Diventata super quando il Consorzio è diventato unico. Il fratello Vladimiro è un affermato broker assicurativo, che ha fatto affari anche con l’Asl di Frosinone e con diversi enti locali», riferisce ancora impietosamente Repubblica, ricostruendo curricula politici e blasone imprenditoriale dei personaggi attenzionati.

Pd laziale, Repubblica ricostruisce un sistema di assunzioni a mogli e figli del politici

Può bastare? No, perché – prosegue sempre il quotidiano fondato da Scalfari – «c’è poi il sindaco di Giuliano di Roma, Adriano Lampazzi, assunto nel 2016 proprio nel Consorzio Asi ciociaro guidato da De Angelis, dopo aver lavorato prima in Regione, alla Bic Lazio, a Sviluppo Lazio e nell’azienda “Innova” della Camera di commercio del capoluogo ciociaro». I dati snocciolati da Repubblica ricostruiscono una fitta rete di contatti e relazioni. Tanto che il servizio prosegue: «L’unico stop lo avrebbe avuto quando aspirava al ruolo di capo di gabinetto del consiglio regionale e venne scartato dall’allora presidente Mauro Buschini, il consigliere dem che alle precedenti elezioni si era presentato insieme a Sara Battisti, compagna di Ruberti. E che dopo essere stato travolto dallo scandalo Allumiere sarebbe stato uno degli argomenti spinosi della serata del primo giugno».

Un meccanismo rodato: «Ad Albino arrivavano continue richieste», giurano in Ciociaria

Ma non è ancora tutto. E giù con nomi. Informazioni. Vicende che ricostruiscono un sistema rodato sull’ingranaggio di «posti di lavoro in ambito politico» garantiti non esclusivamente ai «commensali e ai loro congiunti». «Il Consorzio – continua quindi l’articolo di Repubblica è centrale per le stesse assunzioni. In molti si sono sistemati in fretta nella società AeA, creata dal consorzio per smaltire i fanghi dei depuratori e poi travolta dalle inchieste»… E ancora: «Ecco poi l’assessore di Isola del Liri, Massimo D’Orazio, assunto dal Comune di Guidonia grazie alla contestata graduatoria frutto della selezione fatta ad Allumiere»…

«Stavolta io Frosinone non la tollero più»

Insomma, un coacervo di richieste e concessioni articolato, il cui elenco – conclude il quotidiano diretto da Molinari – «sarebbe ancora lungo». «”Ad Albino arrivavano continue richieste”», giurano in Ciociaria (e chiosa il servizio). E forse per questo, sbraitando, quella sera di due mesi fa urlò: “Stavolta io Frosinone non la tollero più”»…

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *