Vitalizi dei parlamentari salvi nonostante il voto anticipato. Festa tra i M5s come all’ultimo giorno di scuola

22 Lug 2022 8:44 - di Luisa Perri
vitalizi, pensioni

Nonostante lo scioglimento anticipato delle Camere, vitalizi e pensioni di deputati e senatori sono al sicuro. Non perderanno infatti il diritto alla pensione pro quota di questa legislatura e tutto per una manciata di giorni. Il retroscena de La Stampa racconta dei deputati grillini festeggiare lo scioglimento delle Camere come di un ultimo giorno di scuola. 

«L’unica che non maturerà il vitalizio è Valentina Barzotti, del M5S, subentrata 6 mesi dopo l’inizio della legislatura. Grandi abbracci e pacche sulla spalla. Un po’ la prendono in giro: «Magari con un emendamento te lo facciamo avere». E giù, tutti a ridere», riporta il cronista parlamentareAnche se le regole per percepirlo sono cambiate nella XVII legislatura, con l’introduzione del calcolo contributivo degli assegni, l’argomento è sempre di clamorosa attualità, visto e considerato il momento di grande crisi che stanno vivendo gli italiani.

7 parlamentari su 10 in 4 anni e mezzo hanno maturato la pensione

Si tratta del raggiungimento dei fatidici 4 anni, 6 mesi e 1 giorno di permanenza in Parlamento, il periodo entro cui deputati e senatori eletti per la prima volta arrivano alla soglia per andare in pensione al compimento dei 65 anni con i contributi versati come parlamentari. E per questa legislatura la data di salvataggio è fissata il prossimo 24 settembre, un traguardo che riguarda 427 deputati e 234 senatori al primo mandato. In pratica oltre due terzi dell’attuale Parlamento: il 68% dei deputati e il 73% dei senatori in carica

In teoria, la data fatidica che salvava pensione sarebbe stata il 24 settembre, mentre le Camere sono state sciolte oggi. In pratica, la Costituzione (articolo 61, secondo comma) stabilisce che “finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”. Infatti, queste possono continuare ad esaminare eventuali decreti urgenti emanati nel frattempo dal Governo o altri atti necessari come i decreti legislativi di attuazione delle deleghe.

Vitalizi maturati aggiungendo circa cinquemila euro di tasca propria

Visto e considerato che le prossime elezioni si svolgeranno il 25 settembre e che le nuove camere, nel rispetto della Costituzione si insedieranno il 15 ottobre, le pensioni, o i vitalizi (che dir si voglia) sono salvi.  A questa buona notizia per i parlamentari Libero, «ne somma una un po’ meno buona e cioè il fatto che l’ultimo pezzo di contributi per il vitalizio dovranno pagarselo loro, in assenza di stipendio. Per l’esattezza, considerando che l’indennità parlamentare lorda per i deputati (e, analogamente, per i senatori) è di 10.435 euro e che essi devono versare un contributo mensile pari all’8,8% dell’indennità, ne deriva che ogni parlamentare di prima nomina dovrà destinare circa 918 euro al mese fino alla chiusura naturale della legislatura, il 23 marzo 2023; in tutto, quindi circa 5.510 euro a testa.

(Nella foto Ansa Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli  festeggia con alcuni senatori il risultato del voto in aula sul Decretone che contiene quota cento e il reddito di cittadinanza, Roma, 27 marzo 2019)

 

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