L’Osservatore Romano critica l’ordine esecutivo di Biden: «Vara norme pro aborto»

9 Lug 2022 17:30 - di Redazione
Biden

L’Osservatore Romano stigmatizza il gesto del presidente Usa Joe Biden che ieri ha firmato un ordine esecutivo per il diritto all’aborto. Il presidente Biden “vara norme pro aborto”, il titolo del quotidiano d’Oltretevere sulla decisione in contrapposizione alla recente della Corte suprema Usa.

Sull’ordine firmato da Biden

«Sono parole dure – scrive il quotidiano della Santa Sede – quelle con cui il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, torna sulla decisione della Corte suprema che, il 25 giugno, ha abolito la sentenza “Roe Wade” con la quale, nel 1973, aveva legalizzato l’aborto nel Paese».

Il quotidiano della Santa Sede riporta l’intervento del presidente Usa

L’Osservatore Romano riporta quindi l’intervento di Biden che, riferendosi alla decisione della Corte suprema ha detto che è stata «”una decisione terribile, totalmente sbagliata, una decisione che non ha alcun fondamento nella Costituzione americana, ma che è un mero esercizio di potere politico”. Ribadendo, poi, che una Corte suprema “fuori controllo” non può privare i cittadini “dei loro diritti”, il capo della Casa Bianca ha esortato il Congresso ad approvare una legge nazionale sull’aborto».

Cosa prevede l’ordine firmato da Biden

Di fronte al crescere del numero degli Stati che stanno vietando o limitando al massimo l’aborto negli Usa, sulla scia della sentenza della Corte Suprema, ieri Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per proteggere l’accesso all’interruzione di gravidanza ed ai contraccettivi.

Garantire l’accesso alle pillole abortive

Come riporta l’Adnkronos, con l’ordine, il presidente darà istruzioni al dipartimento della Sanità di adottare maggiori misure per garantire l’accesso alle pillole abortive autorizzate dalla Food and Drug Administration, l’accesso all’assistenza medica di emergenza per le donne incinta e per chi ha aborti naturali e rafforzare l’accesso ai sistemi di contraccezione. Il presidente chiederà anche di rafforzare le misure che tutelano la privacy delle donne che si rivolgono a cliniche e strutture dedicate alla salute riproduttiva.

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