Putin cancella la “colomba” Kozak: svanisce nel nulla il suo storico consigliere: il retroscena

7 Giu 2022 12:11 - di Adriana De Conto
Kozak

La ‘colomba’ smarrita, si potrebbe titolare la vicenda di Dmitry Kozak, uno dei consiglieri di Putin che è svanito nel nulla da molto tempo. Era il 21 febbraio quando lo zar convocò  una riunione del Consiglio di sicurezza. Doveva annunciare l’intenzione di riconoscere le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk.
Era il giorno in cui il presidente umiliò il capo dei servizi segreti Naryskhin, che chiedeva più tempo per evitare l’intervento militare. E, poco prima, “era stato zittito anche Dmitry Kozak, vicedirettore del suo staff che da allora è scomparso dalla circolazione”. E’ un retroscena el corriere della Sera a gettare sospetti sulla “fine” che può aver fatto l’uomo che fino a poco tempo fa faceva parte dei vertici di Mosca.

‘Colomba’ smarrita: Putin cancella il suo storico consigliere

Kozak era – ma si dovrebbe dire è, visto che non se ne sa nulla –  il vicedirettore dello staff di Putin. “Il presidente lo ha sempre avuto con sé da quando entrambi erano consiglieri del sindaco di San Pietroburgo Anatoly Sobchak, affidandogli ruoli molto delicati”. Compreso quello di occuparsi dell’Ucraina: “da cinque anni è a capo dell’operazione speciale, che a quella data significava solo la gestione dei rapporti con l’Ucraina. Quando inizia a parlare, Kozak spiega come il governo di Kiev non abbia fatto alcun passo in avanti verso la Russia. Fa una sorta di mea culpa, dicendo che dal 2015 esiste una situazione di stallo anche se qualche progresso sarebbe ancora possibile per via diplomatica”. Questo il racconto di quella “drammatica” seduta.

Il nervosismo di Putin: le tappe della retrocessione di Kozak

Il retroscena del Corriere racconta di una risposta secca da parte di Putin:  un grazie detto ad alta voce. Ma Kozak continuò a parlare, noncurante del nervosismo dello “zar” che continuava a tamburellare nervosamente la mano sul tavolo. Ecco, da allora si sono perse le sue tracce. Il che è molto strano trattandosi di una personalità di primo piano. Da quella data è stato retrocesso. Queste le tappe. Il 24 febbraio, Kozak viene rimosso da ogni incarico. “A cominciare da quello di capo dei negoziatori con Kiev. Il suo nome viene anche tolto dall’agenda informativa quotidiana, come se non esistesse più”. Una cancellazione nel vero senso della parola. Da allora sono circolate molte voci:  lo scorso 22 maggio fonti ucraine hanno riferito di un suo arresto per collaborazionismo. Notizia rilanciata da alcuni media indipendenti russi. Ma non ci sono conferme ufficiali sul motivo della sua caduta in “disgrazia”. A Mosca, gli analisti danno invece una spiegazione naturale alla “retrocessione” di Kozak: Putin avendone constatato il fallimento circa il buon esito dei negoziati con l’Ucraina, lo ha punito: “per ogni fallimento, specialmente se lungo otto anni, serve un colpevole”, dicono gli esperti.

Svanito nel nulla

Curriculum e amicizia personale sono carta straccia per lo zar: Kozak era suo amico di lungo corso, due volte ministro, due volte capo della sua campagna presidenziale. Forse “sconta una pena doppia. È nato e cresciuto in Ucraina, dove ha mantenuto i suoi affari, che lo hanno reso anche bersaglio della prima tornata di sanzioni internazionali dopo la prima guerra nel Donbass”. Fatto sta che sono stti consultati amici, conoscenti, parenti di terzo grado. Nessuno sa nulla.

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