Elezioni, Meloni: «Dal voto tante soddisfazioni. E mi chiedo: il governo Draghi ha ancora senso?» (video)

13 Giu 2022 21:02 - di Viola Longo
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Per Giorgia Meloni, risultati delle elezioni alla mano, oggi è un giorno «per festeggiare». Un giorno in cui tutto il centrodestra può farlo. «Al primo turno il centrodestra esce vincitore, c’è stata un’affermazione importante», ha detto Meloni, ragionando in ottica di coalizione nonostante la netta affermazione di FdI, primo partito della compagine ormai non più solo nei sondaggi. Ma oggi, per Meloni, è anche un giorno che invita a riflessioni serie, perché i risultati elettori, a partire dalla scomparsa di fatto del M5S, fanno cadere ogni velo sulla distanza tra la maggioranza che sostiene il governo Draghi e l’elettorato italiano.

La scomparsa del M5S

La leader di FdI, commentando in conferenza stampa a via della Scrofa l’esito delle amministrative, è partita nel suo ragionamento dall’«enorme calo di consenso» dei pentastellati. Il M5s «non esiste più. Mi chiedo – è stata dunque la sua riflessione – se questo governo Draghi vada tenuto in piedi». Dunque, sì, c’è un valore politico di carattere nazionale in queste amministrative. Ai cronisti che le chiedevano se volesse rivolge un invito a Salvini e Berlusconi a lasciare il governo Meloni ha risposto che non è il suo modo quello di dire agli altri come comportarsi. «Se fossi in loro lo farei», si è limitata quindi a spiegare. E, ugualmente, Meloni non ha rivolto alcun invito a Conte. Ma lo spunto di riflessione sul governo Draghi, sulla sua rappresentatività resta.

Il «ritorno a un sano bipolarismo»

E resta ancora di più se si guarda all’indicazione generale data dagli italiani, che parla di un «ritorno a un sano bipolarismo» con un «avviso ai naviganti», anche rispetto all’inopportunità di pensare al proporzionale. «I cittadini vogliono un centrodestra non ondivago e chiaramente alternativo alla sinistra», ha chiarito Meloni, sottolineando che «il fatto che oggi FdI sia la forza traino del centrodestra è un’indicazione della chiarezza del posizionamento». «Abbiamo indicazioni importanti per il futuro», ha aggiunto la leader di FdI, invitando a guardare al «bicchiere quasi pieno», ovvero alle numerosissime città in cui il centrodestra vince al primo turno o è in vantaggio in vista dei ballottaggi e non a pochi casi in cui la coalizione ha corso separatamente.

FdI vincente e traino della coalizione

Dunque, «non è il caso di fare polemiche, non facciamole», ha proseguito Meloni, rispondendo alle domande dei cronisti su un caso aperto come la Sicilia. La leader di FdI ha dalla sua la crescita esponenziale del partito che si registra ovunque, l’affermazione al primo turno di sindaci che ne sono espressione come Pierluigi Biondi a L’Aquila, Alessandro Tomasi a Pistoia, Daniele Sinibaldi a Rieti. E, ancora, il contributo determinante per Marco Bucci a Genova o per Roberto Lagalla a Palermo, sul quale FdI per prima «con un atto d’amore» ha deciso di convergere, facendo un passo indietro rispetto alla candidatura della parlamentare Carolina Varchi.

Meloni: «Dalle elezioni tante soddisfazioni»

«Non nascondo la mia soddisfazione. Questo primo turno ci ha regalato tante soddisfazioni», ha chiarito Meloni, sottolineando anche come questi successi alle elezioni azzerino, oltre tutto, anche la narrazione della sinistra secondo la quale FdI non avrebbe una classe dirigente all’altezza di governare. «Il Pd è preoccupato dalla crescita di FdI… Lo credo», ha risposto Meloni ai cronisti che le chiedevano conto della questione. «Come sempre quando sono in difficoltà, sbandierano l’impresentabilità come coperta di Linus», ha concluso Meloni.

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