Spuntano i “volontari” della Fabian Society contro Musk: se compra Twitter aumenteranno i troll

9 Mag 2022 13:31 - di Roberto Frulli
elon musk twitter

L’ipotesi che Elon Musk acquisti la piattaforma Twitter (che ha bannato Trump) sta mandando in fibrillazione la sinistra globale. Che sta già affilando le armi per ostacolare la scalata del proprietario di Tesla e impedirgli l’operazione dopo che, nel suo annuncio del 25 aprile scorso, Musk ha salutato la libertà di parola come il “fondamento di una democrazia funzionante“. Una specie di bestemmia per gente come Biden o Letta poco avvezzi ad un democratico “governo del popolo”.

In seguito il magnate americano ha poi dovuto chiarire su Twitter: “Per ‘libertà di parola‘, intendo semplicemente ciò che corrisponde alla legge“.

Un concetto perfino superfluo da spiegare, se non a certa sinistra illiberale. Ma tant’è.

Uno degli strumenti che gli avversatori di Musk si sono ora inventati – dietro anonimato, naturalmente perché questi “cuor di leone” lanciano il sasso ma nascondono sempre la mano – è una molto presunta “rete internazionale di volontari” i quali sostengono – sempre dietro anonimato – che dall’offerta di acquisto di Elon Musk sono cresciuti in pochi giorni i peggiori ‘troll’ di Twitter.

Detta così, naturalmente, fa crepare dalle risate.

E allora ecco che ad accreditare gli anonimi volontari – i quali essendo anonimi non sono ovviamente credibili né possono autoaccreditarsi – spunta nientemeno che un sedicente “think tank indipendente, British Future, il cui direttore, Sunder Katwala, garantisce la qualità dei presunti “volontari” anonimi sostenendo che ha lavorato con la rete di volontari dopo essere stato preso di mira da un troll Twitter vietato che ha anche lanciato insulti razzisti contro tre calciatori inglesi dopo la finale di Euro 2020.

“Le persone peggiori su Internet sono ovviamente piuttosto entusiaste delle opportunità del Twitter di Elon Musk” ha commentato Katwala sostenendo però che “la loro eccitazione è almeno un po’ prematura perché” Musk “non possiede ancora” Twitter.

“Non sappiamo ancora esattamente cosa farà quando lo farà. Le regole su Twitter sono le stesse di una volta e l’applicazione è la stessa, ma ovviamente c’è molta eccitazione, un po’ di atmosfera di festa tra le persone peggiori su Internet. Penso che sia potenzialmente un problema” ha avvertito il direttore del think tank British Future, Sunder Katwala.

Già, ma chi è Sunder Katwala e cosa faceva prima di fare il direttore del British Future?

Sulla piattaforma Linkedin, è lui stesso a raccontarsi. E a spiegare che per sette anni – prima di diventare direttore del British Future – è stato segretario della Fabian Society.

Cos’è la Fabian Society che si rifà a Quinto Fabio Massimo detto il Temporeggiatore e che ha, come proprio simbolo, un lupo travestito da agnello? Anche qui ci soccorre Katwala: “La Fabian Society è un importante think tank e società politica di centrosinistra. È affiliato al Partito Laburista ma editorialmente e finanziariamente indipendente da esso”.

È un “mondo che, da oltre cento anni – sostiene Davide Rossi, autore del recente librola Fabian Society e la pandemia” – cerca di condizionare la vita delle persone e persegue il controllo delle masse”.

”I fabiani intendono imporre una dittatura collettivistica, uno Stato socialista mondiale che stabilisca il nuovo ordine. Vogliono instaurare un socialismo guidato da una ristretta aristocrazia del potere, ma non attraverso un atto rivoluzionario immediato quanto piuttosto attraverso il gradualismo”.

Ah, ecco. Ora già è molto più chiaro chi c’è dietro l’attacco a Elon Musk da parte di questi molto presunti “volontari anonimi”. Che, a questo punto, tanto anonimi non sono più.

“I Fabiani – prosegue Sunder Katwala sul suo profilo LinkedIn– hanno contribuito in modo significativo alla politica di centrosinistra in ogni epoca”.

Tolta la maschera di “volontari anonimi”, ecco dunque chi spunta dietro questa presunta “operazione verità” sui destini di Twitter e sull’aumento dei troll qualora l’acquistasse  Elon Musk.

 

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