Reggio Emilia, il circolo Arci ospita i P38, band che inneggia alle Br. Ma il problema sono «i fascisti»

4 Mag 2022 14:29 - di Natalia Delfino
p38 br

Il presidente del circolo Arci che li ha ospitati, Marco Vicini, minimizza, e dà la colpa ai «fascisti», che «si incazzavano allora a sentire le parole di Giovanni Lindo Ferretti e si infuriano adesso ad ascoltare i P38». P38 – La gang è il nome del gruppo che si ispira alle Br e si è esibito per il concerto del primo maggio organizzato al Tunnel di Reggio Emilia in occasione della “Festa dell’Unità Comunista”. La band si autodefinisce «collettivo musicale artistico insurrezionale» e i membri si definiscono «trapper brigatisti».

La produzione “artistica” dei P38 ispirata alle Br

Coerenti con il nome e le definizioni che si sono dati, i membri della “gang” cantano versi come «zitto zitto pagami il riscatto, zitto zitto sei su una Renault 4», chiamano il loro giro di esibizioni nei locali del circuito dell’estrema sinistra Br Tour, intitolano il loro album “Nuove Br” e mettono sulla copertina il disegno della Renault rossa col bagagliaio aperto e il cadavere di Aldo Moro dentro. Inutile dire, poi, che nel loro logo, sullo sfondo rosso e dietro la scritta P38, campeggia una stella a cinque punte.

Uno sguardo al passato e uno al presente

I membri della band, che si presentano incappucciati con passamontagna bianchi e si fanno chiamare Astore, Papà Dimitri, Jimmy Pentothal e Yung Stalin, però, non guardano solo al passato, con brani intitolati Primo comunicato, Gulag II o Giovane Stalin. Nelle loro liriche, infatti, si trovano anche versi come «sparo alla Lega, prendo Salvini. Lo metto al contrario e gli mostro il c…» o «piazzo una carica dentro al Senato. Scappo veloce fra resto basso».

La bandiera brigatista esposta al circolo Arci

Niente su cui polemizzare o riflettere, tanto meno scandalizzarsi per il patrone del Tunnel, sul cui palco, secondo quanto riportato dalle cronache locali, è stata esposta anche una bandiera delle Br. Al Resto del Carlino che ha dato conto della vicenda, ricordando che proprio in quella terra sono nate le Brigate rosse, Vicini ha spiegato che «il trap per vocazione tratta tematiche estreme e provocatorie. Questo gruppo, che ha un certo seguito ed è da mesi in tournée, partecipando anche ad importanti festival nazionali, ha dato una declinazione altrettanto provocatoria con le Br. Il mondo della musica è pieno di esempi di natura dissacrante, come la canzone “Spara Jurij” dei Cccp».

Ma per il presidente del circolo Arci il problema sono «i fascisti»

Insomma, “so’ ragazzi” che esprimono la loro creatività. E il problema non sono mica loro, ma quelli che hanno da ridire, che, va da sé, non possono che essere «fascisti». «La verità è che i fascisti si incazzavano allora a sentire le parole di Giovanni Lindo Ferretti e si infuriano adesso ad ascoltare i P38», ha infatti sostenuto Vicini, mentre l’Arci provinciale si è dissociata.

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