Pur di colpire la Meloni inseguono i delegati al ristorante e trovano… il vino di Predappio

3 Mag 2022 12:03 - di Adele Sirocchi
Meloni Predappio

Dunque, la sarcastica risposta di Giorgia Meloni ai giornalisti a caccia di tracce di nostalgia fascista non è bastata. Non paghi di non avere trovato busti del Duce al Mico di Milano, dove si svolgeva la conferenza programmatica di FdI, hanno seguito i delegati come segugi affamati. Li hanno spiati per vedere se ci scappava qualche mezzo saluto romano. Niente. Epperò qualcosa si doveva pur trovare. Meritandosi appieno le accuse di essere “lunari e ridicoli”, come Meloni ha detto nel suo intervento finale della convention.

Uno scoop degno, ci voleva. Qualcosa che collegasse FdI alle trame nere. E alla fine c’è riuscito il quotidiano di De Benedetti Domani, diretto da Stefano Feltri, ex del Fatto quotidiano  (e già tutto questo si commenta da solo). Ma che hanno trovato i solerti esperti della mini-intelligence antifascista per la loro schedatura dei buoni e dei cattivi? Una foto.

Sì, una foto. Solo una foto. E per di più messa su Fb e condivisa solo con gli amici. Ma quelli di Domani, pronti e sempre allerta, l’hanno avuta “in esclusiva”. Una foto che addirittura creerebbe “imbarazzo e divisioni”. Essa è la “prova” che i rigurgiti fascisti sono lì, annidati all’ombra della Meloni che finge di non sapere. la foto è laprova che i delegati della Campania Sergio Rastrelli, Giovanni Belleré, Alfonso Gifuni e Marco Nonno sono andati, durante la tre giorni milanese, a cena da Oscar, ristorante che fa buona cucina tipica ma che è “frequentato da nostalgici del fascismo”.

E Gifuni si è fatto la foto, con tutti gli altri, e dietro a lui, sul muro, appare finalmente il mascellone incriminato. La redazione di Domani va in brodo di giuggiole. L’inchiesta si allarga: “Dietro Gifuni, appesa al muro, c’è una targa con il profilo di Benito Mussolini e la scritta: «L’Italia agli italiani». Il ristorante offre bottiglie con il testone del duce, il vino rosso “nero” di Predappio, sui muri calendari “dedicati”, omaggi alla Folgore e foto con il saluto romano”.

Non solo. Sulla pagina Fb del ristorante c’è la foto del titolare che fa, lui, il saluto romano. I commensali attenzionati no, ma è come se lo avessero fatto. Beccati. E ancora, udite, sulla pagina Fb di Oscar c’è un omaggio ai caduti di El Alamein.  Oscar, interpellato, non nasconde nulla: “Sì sono nostalgico e da 40 anni non ho mai avuto problemi”. E già, ma non aveva fatto i conti con i cronisti di Domani. I quali hanno contato anche i calendari del Duce appesi nel locale. Quattro. Ben quattro, signori. C’è di che indignarsi, o no? C’è di che allarmarsi, o no?

“Proprio Rastrelli – scrivono –  qualche settimana fa, aveva dovuto difendersi per la pubblicazione, con tanto di manifesti in città, di una sua vecchia foto mentre faceva il saluto fascista al funerale del padre. «Un momento personale e doloroso. Non ho nulla di cui vergognarmi, né da rinnegare. Non era un gesto politico, ma un omaggio rivolto alla storia personale e familiare di cui vado orgoglioso», aveva detto”.

Ma poi ci è ricascato. Andando a cena da Oscar. «Sono stato ospite di un imprenditore milanese, la prossima volta chiedo il certificato di antifascismo militante», risponde a Domani. L’interrogatorio prosegue: i calendari non li ha visti? Mussolini alla parete non l’ha visto? Il vino di Predappio lo ha bevuto? «Non sapevo neanche dove saremmo andati, non ho visto Mussolini alla parete, ma c’erano immagini del paracadutismo militare, mi sono inorgoglito perché io sono stato ufficiale dei carabinieri paracadutisti, non ho visto altro. Il vino? Non bevo sono astemio», conclude Rastrelli.

Si è accorto, invece, di simboli e rimandi al fascismo Alfonso Gifuni. «Un gruppo di amici ci ha invitati ed eravamo lì, è lontano da noi quella simbologia, i valori della destra sono un’altra cosa e io credo nei valori della destra anche quando sono stati praticati durante il ventennio. Penso ad esempio allo stato sociale praticato all’epoca. Così come le dico che le leggi razziali erano una vergogna», dice. O

Ora si attende la prossima puntata: un bel blitz di quelli di Fanpage, una puntata speciale di Piazza pulita, un articolo indignato di Berizzi.  Perché l’Italia ha bisogno di queste inchieste. Ha necessità di questa vigilanza. E a chi la pratica meloni ha già risposto, in modo definitivo: “Voi sognate una destra sfigata, nostalgica e cupa e invece noi siamo una destra vincente, seria, moderna, credibile, rispettata, che non si è fatta mettere all’angolo e adesso siete voi nell’angolo con i vostri argomenti cretini”.

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