Orrore senza fine, stupri dei soldati russi anche a casa loro: giovane violentata dal branco di 15 militari

28 Mag 2022 17:27 - di Greta Paolucci
stupri soldati russi

Non bastavano gli orrori di Bucha. Le notizie di stupri perpetrati a donne e bambini nei territori ucraini. Ora ad alzare l’asticella dell’orrore e dello scempio inflitto dai soldati russi su civili indifesi, arriva anche l’ennesima denuncia. L’ultima a carico dell’esercito di Mosca, secondo cui i militari avrebbero iniziato a perpetrare violenze anche nella Federazione Russa.

La denuncia dell’intelligence di Kiev: stupri dei soldati russi anche a casa loro

L’allarme, lanciato ancora una volta dall’intelligence di Kiev, deriva da una conversazione telefonica intercettata dal servizio di sicurezza ucraino, nella quale una donna russa, parlando con il marito militare, afferma che nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina – utilizzata come punto di trasbordo dall’esercito russo – «le denunce di stupro sono aumentate in modo significativo. Specialmente nei territori di Valuyka, Urazovo, Weidelevka». I casi di stupro – si evince dalla conversazione, ma non solo – sarebbero diventati più frequenti con l’arrivo di soldati russi da altre regioni. Tanto che la donna, in particolare, riferisce al marito della vicenda di una ragazza il cui appuntamento con un militare russo si è trasformato in uno stupro di gruppo: un branco di quindici soldati.

L’ultimo teatro dell’orrore è una zona di confine con l’Ucraina

Non bastavano gli stupri. Le torture. E le esecuzioni compiute dai soldati russi in avanzata, e durante le varie ritirate dai territori ucraini, nel corso dell’invasione. Stando a quanto ha denunciato il servizio di sicurezza ucraino, i militari di Mosca approfitterebbero anche delle “operazioni di trasbordo”, con l’arrivo di soldati da altre regioni. Interventi che interesserebbero una zona di confine con l’Ucraina, in cui le forze armate starebbero imperversando, seminando altro panico, dolore e choc. Sottoponendo all’incubo anche quelli che un tempo erano tranquilli sobborghi e villaggi. Trasformando una zona di confine in un terreno di guerra senza tetto né legge, attraversato da soldati che diventano aguzzini di civili.

Stupri dei soldati russi: la manifestazione che stigmatizza frequenza e portata di uno scempio in corso

In un ennesimo epicentro del terrore che si credeva che con Mariupol e Bucha avesse raggiunto il suo apice. Ma che, invece, diventa l’ennesimo teatro delle atrocità commesse dai soldati russi, che continuano inesorabilmente a susseguirsi. E di cui la foto postata (che ritrae un momento della manifestazione delle donne contro gli stupri dei soldati russi sotto il consolato di Mosca in Polonia dell’8 maggio scorso) stigmatizza eloquentemente la frequenza e la portata dell’orrore.

 

 

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