Forza Italia è una polveriera. Urbani: «Progetto fallito. Sono tentato dal gettare via la mia tessera»

19 Mag 2022 9:06 - di Michele Pezza
Urbani

Si definisce il «progettista» del partito liberale di massa, ambizioso disegno che avrebbe dovuto inverarsi in Forza Italia. Il condizionale è d’obbligo perché oggi quella «operazione» è «tragicamente fallita». Grondano  amarezza le parole dettate al Corriere della Sera da Giuliano Urbani, già ideologo del movimento berlusconiano e ora “azzurro” sbiadito e disilluso. A deprimerlo politicamente, le recenti esternazioni del Cavaliere sul Putin «costretto alla guerra», da lui decifrate in chiave giustificazionista rispetto all’invasione dell’Ucraina. Più o meno quel che aveva detto Maria Stella Gelmini parlando di «ambiguità di filoputinismo».

«Nel centrodestra l’unica lucida è Giorgia Meloni»

«Come si fa a non condividerla?», si chiede Urbani imputando tutto al «rapporto di amicizia» tra Berlusconi e Putin. Ancor più impegnativo il suo secondo interrogativo: «Ma come si può pensare che quella posizione sia conciliabile con un approccio liberale?». E qui l’analisi del professore si fa spietata per investire l’intero centrodestra. Emblematica la sua risposta su Matteo Salvini: «Dico questo: l’unica che in questo momento mi sembra lucida, nel centrodestra, è Giorgia Meloni». Sistemato anche il leader leghista, Urbani torna ad occuparsi di Forza Italia, partito che vive in queste ore momenti di grande travaglio. E anche di dichiarato timore per le mire annessionistiche della Lega sul quel che resta dell’elettorato “azzurro”.

Urbani è tra i fondatori del movimento “azzurro”

«Berlusconi ha concepito un partito a sua immagine, destinato a non andare avanti dopo di lui», spiega l’ex-ministro. Che incalza: «Ha presente quello che si dice della morte, che se ne vanno sempre i migliori? In Forza Italia è stato così: i migliori se ne sono già andati». E dire che ne è stato uno dei fondatori. Era la tessera numero 17, ma solo perché quando distribuirono le prime «ero negli Stati Uniti a ritirare un premio». Oggi la guarda con un certo distacco, misto a rabbia. «Sono tentato di fare come come Muhammad Alì con la medaglia d’oro vinta a Roma», è la conclusione pirotecnica di Urbani. Già, il campione la gettò in un fiume per protestare contro gli Usa. E scusate se è poco.

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