Epatite under 16, 106 casi in Europa. In Italia si segnalano 35 episodi. Ancora sconosciute le cause

11 Mag 2022 17:32 - di Redazione

Sono tra 102 e 106 i casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta identificati nei bambini in Europa. Dopo che è scattato l’alert a livello internazionale. Sulla scia di un rialzo dei casi osservato inizialmente nel Regno Unito. Di questi, 35 sono segnalati dall’Italia. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento diffuso oggi dall’Ecdc. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Epatite nei bambini, 35 casi in Italia

I casi hanno raggiunto approssimativamente quota 450 nel mondo. Compresi i 163 del Regno Unito. E si registrano anche 11 morti. Segnalati dall’Indonesia (5), dalla Palestina (1) e dagli Stati Uniti (5). L’allerta è stato lanciato il 5 aprile dal Regno Unito. Da allora si è alzato il livello di attenzione in tutti i Paesi. “Non è ancora chiaro se i casi identificati a seguito dell’allarme facciano parte di un reale aumento. Rispetto al tasso basale di epatite ad eziologia sconosciuta nei bambini”. I meccanismi patogenetici della malattia sono ancora oggetto di studio.

Sconosciute le cause, forse l’adenovirus

“Una possibile associazione con l’attuale infezione da adenovirus è stata trovata in casi nel Regno Unito. Ma sono allo studio altre ipotesi e possibili cofattori. La maggior parte dei casi continua a essere segnalata come casi sporadici non collegati. I casi rilevati nell’Ue – si legge nello studio –  sono stati segnalati secondo la definizione di caso data da Ecdc/Oms. Che comprende quelli classificati come confermati, quelli probabili e i casi collegati. I casi identificati sono stati segnalati da 14 Paesi. Il dato più alto è quello italiano, seguito dal bilancio della Spagna (22 casi). Mentre tutti gli altri Paesi sono sotto la decina.

Nel Regno Unito 163 bambini under 16

Fuori dall’Ue spicca il dato del Regno Unito, che al 3 maggio 2022 ha identificato un totale di 163 bambini sotto i 16 anni. Dei quali 11 hanno ricevuto un trapianto di fegato secondo quanto riferito dall’Ukhsa (Uk Health Security Agency). Al di fuori di Ue/See e Regno Unito, a ieri si contavano almeno 181 casi. Segnalati da Argentina, Brasile, Canada, Costa Rica, Indonesia, Israele, Giappone, Panama, Palestina, Serbia, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti (dove si concentrano 109 casi).

L’Ecdc monitora le attività dei paesi membri

Il 28 aprile scorso l’Ecdc ha stabilito che i dati venissero segnalati nel sistema europeo di sorveglianza (Tessy). Sulla base di un protocollo definito che incoraggia i Paesi a farlo. A breve è atteso un report basato proprio sui dati che verranno riportati in questo sistema. L’Ecdc “continuerà a monitorare con le sue attività di intelligence epidemiologica“.

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