Covid, i bambini vittime dello stress da pandemia: tentativi di suicidio aumentati dell’82%

27 Mag 2022 19:55 - di Redazione
covid bambini

È allarme stress da emergenza Covid nei giovanissimi: «Nove milioni di bambini e adolescenti italiani durante la pandemia hanno sperimentato cambiamenti sostanziali nei propri ambienti di vita, nelle routine quotidiane e nelle reti relazionali, educative e sociali che normalmente favoriscono la promozione della salute e la resilienza agli eventi traumatici». Ad accendere un faro sulla questione è stato il convegno congiunto Sinpia, Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, e Sinpf, Società di neuropsicofarmacologia, sul tema Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni nelle successive età della vita, che si è tenuto a Cagliari.

L’allarme è dimostrato dai «numeri in continua crescita degli accessi al pronto soccorso e ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza, sia territoriali che ospedalieri. Si parla di una crescita – è emerso dal convegno – dell’84% rispetto al periodo precedente al Covid, mentre si è notato un calo del 48% di accessi per altri disturbi, prevalentemente a causa della paura dei contagi». Secondo gli esperti, «dall’inizio della pandemia, inoltre, le quotidiane richieste di visite urgenti per psicopatologia grave si sono quintuplicate». Uno studio ancora in corso riporta oltre 3mila accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici nel 2021, rispetto ai 2.191 nel 2019, di cui 839 per autolesionismo e ideazione o comportamento suicidario, con un aumento dei tentativi di suicidio dell’82% e dell’ideazione suicidaria sino al 200%.

«Il disagio mentale infantile e in età evolutiva aveva una portata importante anche prima del Covid (il 14-20% dei bambini e adolescenti soffre di uno o più disturbi psichici), e se non lo si affronta adeguatamente, per disinformazione, tabù o vergogna, diventerà uno stigma sociale e culturale difficile da abbattere», avvertono ancora Sinpia e Sinpf, sottolineando la necessità di risposte adeguate.

«Occorre fare “empowerment” e informare, sensibilizzare, promuovere azioni preventive e di screening per giovani e adolescenti sulle nuove opportunità di riconoscimento del disagio psichico e delle opportunità terapeutiche – ha spiegato Matteo Balestrieri, co-presidente Sinpf e professore di psichiatria all’università di Udine – affinché possano rendersi protagonisti del proprio percorso di cura, ovvero mettendoli nelle condizioni di potere scegliere di rivolgersi a un esperto, coinvolgendo i genitori o gli adulti di riferimento. Occorre inoltre implementare strutture e ambulatori, dotarli di maggiori risorse umane affinché possano offrire servizi più efficaci e efficienti per dare aiuto concreto a famiglie e ragazzi, estendendo l’azione di sensibilizzazione anche alle autorità territoriali e istituzioni competenti. I bambini e i ragazzi, spesso la parte più vulnerabile della popolazione, hanno diritto alle cure specifiche per l’età, di cui oggi disponiamo».

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