Berlinguer, Cuperlo: aveva lo stesso carisma di Brando. Dopo l’aureola, la trasfigurazione…

25 Mag 2022 16:14 - di Francesco Severini
Berlinguer

Gianni Cuperlo, sulla Stampa, ricorda Enrico Berlinguer nel giorno in cui ricorre il centenario della nascita. E cerca di definirne le caratteristiche che lo renderebbero un grande del Novecento. Ne elogia, intanto, la sobrietà.

In tempi in cui la politica si è fatta logorroica, trascinando la sua retorica da un salotto televisivo all’altro, inondando i social di slogan e selfie con i propri fan la sobrietà, a guardar bene, è una dote di cui non si può che avere nostalgia. Già, ma il carisma di Berlinguer, in definitiva, in cosa si sostanziava?

Gianni Cuperlo qui dà il meglio di sé. Essendo colto, ricorre a una citazione ma inciampa su Marlon Brando secondo Arthur Miller: «Per descrivere il concetto di carisma racconta quando vide per la prima volta in un teatrino di Broadway un giovanissimo e sconosciuto Marlon Brando. Entrava sulla scena, non diceva quasi nulla, ma in pochi istanti catturava l’attenzione. Il sentimento che incuteva non era quello di chi vuol piacere: chi lo guardava sperava che fosse Brando ad occuparsi di lui. Quella è la distinzione tra fascino e carisma».

Ora, anche a voler essere benevoli, e lasciando stare i paragoni fisici che sarebbero ingenerosi, il carisma di cui parla Cuperlo ha poco a che fare con un leader politico. Il quale ha carisma se gli altri lo seguono senza discutere. Semplice. Il paragone con il carisma di un attore come Marlon Brando appare fuorviante.  Perché l’ex segretario Pci era anti-teatrale per definizione: appariva piuttosto schivo e freddo, misurato, composto.

Quindi, alla fine, il fascino evergreen di Enrico Berlinguer si riduce a un punto solo, che oggi manca tremendamente a una classe politica mediocre e destinata a durare lo spazio di un like: “Il coraggio e la capacità di anticipare temi che sarebbero venuti dopo”. Non si può che concordare su questo, tenendo presente però che tali capacità erano tipiche di chi faceva politica negli anni Settanta, anni in cui non costruivi il tuo spazio comprando followers sui social.

Erano doti che possedeva Berlinguer ma anche altri dirigenti del suo partito. Così come erano doti sicuramente ben visibili in Giorgio Almirante ma anche in molti altri esponenti missini dell’epoca. Così come erano doti visibili in Marco Pannella e in parecchi leader dc. Insomma un tempo era normale che un politico avesse coraggio e capacità di anticipare i temi del futuro. E’ anormale che queste caratteristiche non siano più richieste alla classe politica attuale, generando così nostalgie e rimpianti verso i capi che non ci sono più. E’ questa sua irripetibilità a fare di Berlinguer un “cimelio”,

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *