Utero in affitto, il delirio della Marzano contro la Meloni: “E’ giusto fare i bambini per i mammi…”

22 Apr 2022 8:45 - di Lucio Meo

Si scatena subito la polemica della sinistra “intellettuale” il giorno dopo l’approvazione in Commissione Giustizia del Senato della proposta di legge, targata Fratelli d’Italia, che rende “universale”, quindi anche se commesso all’estero, il reato di acquisto dei neonati da mamme disponibili, la cosiddetta pratica dell’utero in affitto. “È un primo importante passo – aveva commentato ieri Giorgia Meloni – ottenuto grazie al lavoro e alla determinazione di FdI in Commissione, per arrivare alla modifica della legge 40 e all’introduzione di questa norma. Ringrazio tutti i deputati che hanno sostenuto la nostra proposta, in particolare i colleghi di centrodestra che su questo tema hanno dimostrato unità e compattezza. La maternità surrogata è una pratica che trasforma la vita in una merce e umilia la dignità delle donne: siamo stati i primi a sostenerlo in Parlamento e siamo felici che oggi questa sia diventata una battaglia condivisa anche da altre forze politiche”. Forze politiche trasversali, ma non di sinistra, come dimostra la lettera aperta firmata dalla scrittrice Michela Marzano, la paladina del no-gender, del linguaggio Schwa, delle “boldrinate” sul linguaggio femminile e altre amenità politiche di sinistra.

Utero in affitto, le critiche estremiste della Marzano alla Meloni

In un lungo articolo sulla Stampa, la Marzano contesta in primis la definizione di “utero in affitto”, a suo avviso spregevole per indicare una pratica che lei considera nobile, perfino auspicabile. “È così difficile pronunciare le parole ‘gestazione per altri’? Perché, quando si parla di questa pratica, non si riesce semplicemente a nominarla per ciò che è, e si deve per forza connotarla negativamente utilizzando espressioni come ‘utero in affitto’ o ‘maternità surrogata’? Il problema è che c’è chi ha deciso di strumentalizzare questa pratica, mettendo sul ventre delle donne il cartello ‘affittasi’. C’è chi non sa nemmeno di cosa si stia esattamente parlando, e che però pontifica. Come Giorgia Meloni che, trionfante dopo il voto in Commissione Giustizia sulla propria proposta di legge che prevede di perseguire come reato universale la gestazione per altri, ha dichiarato: ‘È una pratica che trasforma la vita in merce e umilia la dignità della donna'”. No, nessuno lo chiama “utero in affitto”, tranne i siti che se ne occupano…

Per la Marzano, invece, anche in presenza di un compenso per la cessione di neonati ai genitori facoltosi, compreso le coppie di “papà” o “mammi”, sullo stile Nichi Vendola o Tiziano Ferro, l’atto delle mamme che vendono figli è un gesto di generosità.

Il racconto dei “mammi” gay che ringraziano la mamma generosa…

“Lei che si vanta di essere donna, madre, cattolica, italiana, si è mai chiesta come vivono il proprio essere donne, madri, non-madri, cattoliche o atee, le altre donne?”, si chiede la Marzano, facendo riferimento alla Meloni, alla quale racconta la storiella dei due “bellissimi bambini che vivono oggi con due papà negli Stati Uniti e una mamma che “anche deciso di portare avanti alcune gravidanze, e permettere così anche ad altre persone, che non potevano altrimenti avere figli, di diventare genitori, lo ha fatto per guadagnare più soldi, ma anche per convinzione….”. In sintesi, ha sfornato figli ceduti a coppie gay per soldi, ma anche come “gesto altruistico, generoso”. Ci sarebbe da ridere, se non fosse una questione maledettamente seria.

La legge che dovrebbe autorizzare lo “scambio” gratuito

Lei, peraltro, specifica che una legge scritta bene dovrebbe consentire la pratica dell’utero in affitto ma “gratuitamente”, una sorta di leasing gratuito, nobilissimo, si fa per dire. Perché il punto delicato, una mamma che abbandona il figlio, per soldi o per “generosità”, magari per fame, povertà, disperazione, e quel figlio affidato a sconosciuti, magari due “mammi” gay facoltosi, non fa orrore alla Marzano? Non si chiede come crescerà un bambino non orfano ma venduto tramite un organo genitale affittato, magari per soddisfare i desideri o i capricci di una coppia occasionale gay o etero non fa differenza…

Una pratica molto diverso da quelle delle adozioni di orfani o di neonati nati in condizioni estreme di povertà, che prevede tempi e percorsi di verifica psicologica molto rigorosi, come accade a centinaia di famiglie italiane che si sottopongono volentieri a questo iter pur di arrivare a un bambino…

Secondo la Marzano, invece, “la paternità e la maternità sono sempre complesse e, permettetemi di dirlo, quasi mai frutto di un gesto altruistico”. “Quante sono le persone che hanno figli perché è così che si fa, oppure capita, oppure li vogliono con la stessa forza con cui si può volere un cane o un gatto?“, chiude la scrittrice in quello che alla fine diventa un delirio animalista, su cui è meglio calare un vielo pietoso.

 

Commenti

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  • Adelio Bevagna 22 Aprile 2022

    periodo di covid: i mammi vanno in fiera.

  • Berger maria 22 Aprile 2022

    Che vergogna questa donna…..ma cosa scrive….è uno schifo l’utero in affitto….

  • Gianpaolo Artico 22 Aprile 2022

    Con tutti i bambini e bambine che aspettano un’adozione non vi è la necessità di utero in affitto. La Marzano deve solo stare muta.