Attacco all’acciaieria di Mariupol, Kadyrov: «Oggi la prendiamo». Kiev: «Vogliono bombardarla»

19 Apr 2022 15:11 - di Natalia Delfino
acciaieria mariupol

La Russia sarebbe pronta a bombardare l’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove si concentra ormai l’ultimo baluardo della resistenza ucraina in città. A lanciare l’allarme è il servizio di sicurezza di Kiev, lo Sbu, che ha diffuso l’intercettazione di una conversazione telefonica in cui un militare russo parla della decisione della sua leadership militare di sganciare bombe da tre tonnellate su Mariupol assediata. «Gli occupanti vogliono radere al suolo lo stabilimento Azovstal a Mariupol, dove i nostri combattenti si stanno difendendo», ha scritto lo Sbu sui suoi canali, sottolineando che «gli occupanti non si lasciano scoraggiare nemmeno dal fatto che i civili si siano rifugiati nell’impianto».

Kadyrov: «Oggi prendiamo l’acciaieria di Mariupol»

All’interno dell’acciaieria, insieme ai combattenti del battaglione Azov, vi sarebbero infatti mille civili. Mosca è disposta a tutto pur di espugnarlo. «Oggi, con l’aiuto dell’Onnipotente, prenderemo completamente l’Azovstal», ha detto il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, in un messaggio audio sul suo canale Telegram, riportato dal Guardian. Stamattina il comandante delle repubblica popolare di Donetsk e portavoce militare dei separatisti filorussi della regione, Eduard Basurin, aveva annunciato l’inizio dell’assalto finale all’acciaieria di Mariupol.

Gli ultimatum di Mosca

Poco più tardi il ministero della Difesa russo ha diffuso un ultimatum. «Tenendo conto della situazione catastrofica presso l’impianto metallurgico Azovstal, le forze armate russe guidate – ha sostenuto Mosca – da principi puramente umani rinnovano l’ordine ai militanti dei battaglioni nazionalisti e ai mercenari stranieri di deporre le armi e dichiarare il cessate il fuoco dalle 12 (ora di Mosca) del 19 aprile». «A tutti coloro che depongono le armi – ha fatto sapere ancora il ministero russo – è garantita la conservazione della vita». Un paio di ore più tardi, però, lo stesso ministero è stato costretto a spostare in avanti la scadenza dell’ultimatum, invitando le truppe ucraine a ritirarsi dall’acciaieria tra le 14 e le 16 ora di Mosca, «senza eccezioni, senza armi e senza munizioni».

Gli ucraini non si arrendono

«I nazionalisti dell’Azovstal a Mariupol» non hanno deposto le armi e non si sono arresi. Ma l’obiettivo delle milizie popolari filo-russe è quello di «liberare il prima possibile» l’acciaieria, ha detto il leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin. Secondo quanto riferito da Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, i russi stamattina avrebbero preso di mira le aree residenziali intorno allo stabilimento Azovstal, invece di concentrarsi sull’impianto.

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