Assalto al Donbass, Lavrov: «È iniziata la fase 2. Non useremo armi nucleari». Poi accusa la Nato

19 Apr 2022 16:52 - di Federica Parbuoni
donbass lavrov

Con una lunga intervista a India Today, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha ufficializzato la «nuova fase» della guerra in Ucraina, che nelle parole di Mosca continua a essere un’«operazione speciale». «L’operazione nell’Ucraina orientale è finalizzata alla completa liberazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk. Questa operazione continuerà, sta iniziando la fase successiva e sono sicuro che sarà un momento molto importante dell’intera operazione speciale», ha detto Lavrov, parlando del Donbass e assicurando che «la Russia non sta valutando la possibilità di utilizzare armi nucleari in Ucraina, stiamo parlando solo di armi convenzionali».

Lavrov annuncia la «fase 2»: l’assalto al Donbass

Lavrov, quindi, sostenendo che «cambiare il regime in Ucraina» non è un obiettivo, ha indicato nell’espansione della Nato verso Est «la vera ragione» della guerra. I Paesi occidentali hanno «violato le promesse alla leadership russa e hanno iniziato a spostare la Nato verso Est dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica», ha sostenuto il ministro degli Esteri russo, secondo il quale «gli eventi attuali hanno origine negli Stati Uniti e nel desiderio dell’Occidente di governare il mondo. Volevano mostrare al mondo che non ci sarebbe stata multipolarità, solo unipolarità, e hanno creato un trampolino (l’Ucraina, ndr) contro di noi ai nostri confini. Hanno pompato – ha lamentato Lavrov – armi in Ucraina».

Ricompare il ministro della Difesa russo

Dunque, la responsabilità della guerra in Ucraina sarebbe della Nato e dell’Occidente. Non solo, anche il proseguimento del conflitto sarebbe da imputare a questa parte di mondo, “rea” di aiutare l’Ucraina a difendersi. «Gli Stati Uniti e i Paesi occidentali stanno facendo di tutto per prolungare il più possibile l’operazione militare speciale. Il crescente volume di forniture di armi straniere dimostra chiaramente le loro intenzioni di provocare il regime di Kiev a combattere “fino all’ultimo ucraino”», ha detto il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, tornato a parlare pubblicamente dopo una lunga assenza dalle scene.

Un fronte lungo 480 chilometri

«Il piano per la liberazione delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk viene attuato sistematicamente e sono prese le misure per ripristinare la vita normale», ha poi aggiunto Shoigu, parlando del Donbass negli stessi termini di Lavrov. Il ministero della Difesa ucraino ha confermato che l’esercito russo sta attaccando lungo un fronte di 480 chilometri nell’Ucraina orientale nell’ambito di quella che ha definito «una nuova fase della guerra» che riguarda le regioni di Kharkiv, Luhansk e Donetsk, con lo scopo di prendere il controllo del Donbass e mantenere il corridoio terrestre di collegamento con la Crimea. Secondo le notizie ucraine dal fronte, i russi starebbero prendendo di mira in particolare i quartieri residenziali.

Kiev: «Donbass, stagione II. Ma questa non è Netflix»

Parlando al telefono con il premier olandese Mark Rutte, lo stesso presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha riferito del «peggioramento della situazione nel Donbas», dove «gli ucraini stanno facendo di tutto per fermare l’aggressore».

È stato poi il suo consigliere, Mikhaylo Podolyak, a consegnare a Twitter uno sfogo sul fatto che «la guerra in Ucraina è diventata per molti nel mondo un altro programma tv su Netflix. Con eroi protagonisti e secondari, vari intrecci e un colpo di scena prima di un nuovo episodio». «Ma c’è una sfumatura: non abbiamo attori, le persone muoiono davvero e gli showrunner non garantiscono il lieto fine». «Donbass, stagione II», è stato il titolo del post, nel quale Podolyak, ha scritto che «ogni nuovo episodio è scritto con il sangue dell’esercito ucraino. A differenza della tv, qui potete contribuire a fermare il male. Chiedete ai vostri governi armi per l’Ucraina più l’embargo al petrolio russo. L’Ue – ha concluso – conosce la ricetta per la vittoria».

Commenti

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  • marcello ceroti 20 Aprile 2022

    Alla redazione del SECOLO D’ITALIA,
    Meno male che il Ministro Russo cerca di tranquillizzarci dicendo che non userà le armi nucleari, perchè per quei dsgraziati di Biden e Zelensky che chiedono ancora armi per continuare la guerra e l’applicazioni di sanzioni alla Russia ci porterebbero
    proprio a questo.
    Biden andrebbe processato per crimini contro l’umanità per i solo fatto che ha rimesso al potere in Afganistan i Talebani.
    Cordiali saluti.