Ucraina, il generale Bertolini: un accordo è possibile, evitare intrusioni da paesi esterni

21 Mar 2022 18:23 - di Paolo Lami

Come comandante del 9º Col Moschin, le Forze speciali dell’Esercito, ed ex-comandante del Coi, il Comando Operativo di Vertice Interforze, il generale in ausiliaria Marco Bertolini ha girato i teatri bellici di mezzo mondo e dunque può, a ragione, meglio di tanti altri commentatori da salotto, dire la sua sulla vicenda Ucraina.

“Ad oggi la situazione è paradossale, potrebbe sembrare addirittura ridicola – osserva Bertolini che è coordinatore della Consulta Difesa e Forze Armate di Fratelli d’Italia -. Mentre, infatti, i diretti interessati, quelli che si stanno prendendo cannonate, si stanno mettendo d’accordo, gli altri (Boris Johnson che dice che bisogna punire la Russia, Biden che definisce Putin un criminale), pare quasi non vogliano l’accordo”.

“E’ chiaro – spiega Bertolini all’Adnkronos – che se dico che Putin è un criminale metto un’ipoteca sulla possibilità di arrivare a una pace negoziata: come si può contrattare con un uomo definito criminale? Ecco perché ritengo che ci sia, da parte dei diretti interessati, il desiderio e la possibilità di arrivare a un accordo, da parte degli esterni, nei quali sembra quasi invece essere anche l’Europa per alcuni toni adottati, la voglia di fare in modo che la guerra vada avanti. Considerando, però, che la guerra la faranno loro. Il che mi sembra abbastanza pericoloso“.

Non vedo lontana l’ipotesi di un accordo, anzi la considero possibile – aggiunge il generale – però noto anche come tutte le volte che si parla di negoziato, viene caricata dall’esterno la situazione con termini inappropriati in un contesto del genere, soprattutto da paesi che in teoria dovrebbero essere estranei al conflitt.”.

Nonostante ciò, “credo che i due paesi interessati arriveranno a un accordo, perché l’Ucraina da sola non è in condizioni di battere la Russia e la Russia, che potrebbe vincere solo se impiegasse più forze, non potrebbe mantenere il controllo del paese in mancanza di un accordo – ragiona Bertolini arrivando a chiare i punti dell’accordo. – Per questo credo che la Russia si sia posta degli obiettivi limitati: primo fra tutti la Crimea, perché lì c’é la flotta del Mar Nero, non vuole avere l’Ucraina nella Nato, perché altrimenti si sente minacciato, e vuole l’indipendenza delle due repubbliche del Donbass“.

“E’ chiaro che adesso che” Putin “è entrato in guerra e che le cose sono andate così avanti, magari non si accontenterà più di quello che voleva all’inizio, perché – avverte Bertolini – dovrà dare alla sua opinione pubblica un risultato più importante che ripaghi anche dei sacrifici fatti, però non credo voglia occupare tutta l’Ucraina”, conclude l’ex-capo del Coi.

“Nell’esercito ucraino ci sono 200mila uomini, i russi sono 180mila: se Putin avesse voluto davvero invadere l’intera Ucraina, ne avrebbe messi 600mila di uomini. Nessuno fa un’offensiva se non ha un rapporto di almeno 3, 4, 5 a 1 – dice l’ex-comandante delle Forze Speciali dell’Esercito. – Secondo me aveva degli obiettivi limitati e credo sia anche per questo che Zelensky dice che c’è spazio per un accordo, perché non ha davanti a sé la prospettiva di una resa senza condizioni“.

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