Spese militari, la Trenta sbugiarda Conte sul no: «Da premier confermò gli impegni con la Nato»…

28 Mar 2022 20:40 - di Chiara Volpi
Trenta Conte

Sgambetto dell’ex ministra Trenta a Conte. Il suo ex premier, oggi leader del M5S, di cui lei stessa ha fatto parte prima dell’addio del 2021. In giorni di tensione alle stelle nel governo per la posizione di Conte, deciso a mettersi di traverso con l’alleato dem e con l’esecutivo tutto sulla questione spese militari. Giorni in cui l’avvocato pugliese passa da una trasmissione Rai – che notoriamente aveva bandito dalla sua agenda, salvo ripensamenti – a un tg di qualunque testata. In ore in cui Draghi conferma, al Consiglio d’Europa da Bruxelles e al telefono con Zelensky, impegno e disponibilità all’Ucraina, per la fine della guerra e a garanzia di una pace solida e duratura. Mentre Giuseppi non fa che mettersi a favore di telecamera e ribadire il suo all’aumento degli investimenti militari. Elisabetta Trenta – ex esponente M5S, già ministra della Difesa nel governo Conte I – prova a rinfrescargli la memoria sui suoi “precedenti”. E interpellata dall’Adnkronos, ripertica e sottolinea quanto segue.

Spese militari, sgambetto della ex ministra Trenta a Conte

«Il primo governo Conte ha dichiarato che l’Italia avrebbe mantenuto l’obiettivo, chiesto dalla Nato, di portare la spesa militare al 2% del Pil. Ma che lo avrebbe fatto con progressività. Conte poi – non ricordo esattamente in quale data – ha riconfermato l’obiettivo: l’Italia non ha mai dichiarato di non attenersi a quel target. E di fatto c’è stata sempre una elasticità della Nato nei confronti dell’Italia, di fronte a un impegno molto grande in termini di contribuzione». Ma allora, la sorprende la posizione di Conte, oggi, sul tema delle spese militari? Chiede l’Adnkronos alla ex titolare del dicastero della Difesa. «Non mi sorprende assolutamente nulla. Credo sia stato un difetto di comunicazione da parte sua. È chiaro che chi vota M5S non è mai stato tanto favorevole alle spese militari, quindi è molto facile dire no».

«Quella del no di Conte è solo una mossa politica»

E allora? Allora la toppa è quasi peggio del buco che dovrebbe andare a coprire. E così la Trenta commenta: «Credo che quella del leader M5S sia solo una mossa politica per dire al governo: le decisioni vanno prese insieme a noi. In questo momento Conte – prosegue l’ex pentastellata – ha deciso di rappresentare la richiesta forte che viene dai propri elettori, come farebbe qualsiasi segretario di partito. Io però non sono d’accordo. Perché penso che gli elettori vadano anche guidati. E in qualche modo bisogna far comprendere il perché delle cose». L’immagine 8un po’ logora) è insomma quella di un Conte tirato per la giacchetta da Di Battista e dagli elettori, da una parte. E dall’ala governista dall’altra.

Spese militari, Trenta: «Conte è cosciente di quanto questi investimenti siano importanti»

Una posizione scomoda, insomma, a cui l’ex ministra non fa mistero di preferire una soluzione intermedia. Quella di una posizione a metà strada tra «quella del governo, che vuole alzare le spese per la difesa al 2% del Pil. E quella di Conte che dice di no». Aggiungendo a corredo della spiegazione: «Immagino che Conte, comunque, sia cosciente di quanto questa spesa sia importante. Le forze armate italiane sono da tanti anni sottodimensionate in termini di investimenti perché le esigenze del bilancio lo richiedevano. Quindi – conclude la Trenta – credo sia opportuno che il governo valuti l’aumento strettamente necessario per affrontare questo momento. Mantenendo il 2% come obiettivo. Ma dando la priorità a spese fondamentali per affrontare la situazione economica e sociale». Ma non sempre in medio stat virtus

 

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