Putin come Mussolini? Quando la propaganda antirussa e quella antifascista si danno la mano…

25 Mar 2022 15:31 - di Adele Sirocchi
Putin Mussolini

Aldo Cazzullo risponde sul Corriere a un lettore e trova modo di paragonare Putin a Mussolini. Anche gli italiani – è la tesi del lettore – hanno appoggiato per vent’anni il Duce, proprio come i russi che da due decenni si tengono un “autocrate illiberale”.

Putin definì una sciagura la fine dell’Unione sovietica

Uno si aspetterebbe a questo punto, da parte di Cazzullo,  almeno la precisazione che Vladimir Putin è un ex agente del Kgb, uno che nel 2005 definì la fine dell’Unione sovietica la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo. Insomma Putin è un ex comunista, e forse nemmeno tanto ex.

Cazzullo e il paragone tra Putin e Mussolini

Cazzullo non ci pensa proprio a ricordare questi “dettagli”: “Non è vero – attacca – che tutti o quasi gli italiani abbiano osannato Mussolini per vent’ anni. C’è stata una eroica minoranza che al regime si è opposta in modo attivo rischiando il lavoro e la vita, patendo bastonate, olio di ricino, colpi di pistola, tribunale speciale, carcere, confino”. Poi riconosce che “c’è stato sicuramente consenso”, ma come si fa a misurare il consenso popolare quando c’è una dittatura? Si chiede Cazzullo.

La legittimazione della russofobia

“Lo stesso vale – scrive ancora –  in circostanze storiche ovviamente diverse, per Vladimir Putin. I russi la democrazia non l’hanno mai conosciuta. Putin ha sicuramente sostenitori, ha sicuramente oppositori. Peggio andrà la guerra in Ucraina, più aumenteranno gli oppositori e la loro credibilità. È giusto non confondere il popolo con chi lo guida: anche essere contro la guerra in Iraq non significava essere anti-americani. Però un popolo porta anche una responsabilità collettiva. Noi per il fascismo ci siamo auto-assolti. Auguro ai russi di avere un giorno una percezione più chiara della propria storia“.

Una risposta che, oltre a legittimare un paragone improprio – tant’è che Putin sostiene di avere iniziato l’operazione militare in Ucraina per liberarla dal nazismo – finisce col legittimare anche una ingiusta e ingiustificata russofobia.

Putin e il linguaggio neostalinista

Perché non ricordare almeno che Putin sta utilizzando il linguaggio stalinista nella sua propaganda di guerra? Non altrimenti si può leggere il suo invito a liberarsi dei “nemici del popolo”: “Qualsiasi popolo, e in particolare il popolo russo, sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai traditori e di sputarli fuori come un moscerino che gli è volato accidentalmente in bocca. Sono convinto che questa naturale e necessaria autopulizia della societa’ non fara’ che rafforzare il nostro Paese”. Parole e concetti di staliniana memoria.

Tutto ciò è molto chiaro all’Economist, che infatti ha azzardato un paragone tra Putin e Stalin. Aldo Cazzullo invece ha più fantasia, o è dotato di malafede creativa, e così parte l’evocazione di Mussolini. Che del resto abbiamo udito anche in bocca a Mario Draghi qualche giorno fa, quando ha detto che se l’Italia non aiutasse l’Ucraina ciò equivarrebbe a giustificare autocrati come Hitler e Mussolini.

Mussolini e i rapporti con la Russia comunista

E’ pur vero che, se l’anticomunismo era stato un elemento che aveva contribuito all’ascesa del fascismo, subito dopo la presa del potere l’atteggiamento del regime divenne più articolato. Nel primo discorso di Benito Mussolini alla Camera dei deputati, nel novembre 1922,  era anche presente una importante dichiarazione di politica estera: la determinazione a riconoscere de jure la Russia sovietica. L’Italia fascista fu tra i primi a riconoscere la Russia sovietica, nel febbraio del 1924. Un passo diplomatico cui seguì il patto di non aggressione del 1933.

 

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