Guido Crosetto smaschera francesi, turchi e inglesi: ecco cosa fanno con Mosca e con Putin

23 Mar 2022 11:33 - di Milena Desanctis
Crosetto

Non tutti stanno scegliendo la linea dura contro Putin. In un tweet Guido Crosetto osserva: «I francesi riprendono le produzioni, i turchi aprono porti e banche agli oligarchi, gli inglesi non hanno toccato un bene privato russo sul loro suolo, gli israeliani fanno ponti d’oro agli investimenti e trasferimenti di capitali. Diciamoci chiaramente che la realpolitik esiste».

Crosetto, il caso della Renault

Crosetto condivide nel tweet anche l’indiscrezione (poi confermata) della riapertura degli stabilimenti russi della Renault, che ha ripreso a sorpresa la produzione a Mosca. Il caso della Renault non è passato inosservato. Come riporta il Sole 24Ore «nella guerra in Ucraina giocano un ruolo di primo piano anche i rapporti tra Stato ed economia. Il caso più clamoroso è quello di Renault, che non ha ancora suonato la ritirata. Anzi dopo una sosta di alcuni giorni ha ripreso a produrre auto nella sua fabbrica di Mosca. Con Parigi azionista di riferimento al 15,01%, e ispirata a un atteggiamento prudente sul conflitto provocato dall’aggressione di Kiev da parte di Mosca, Renault ha optato per una visione pragmatica».

Il caso della Nestlè

Ma c’è anche il caso della Nestlè, una delle poche a non lasciare la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Ieri il team internazionale di hacker Anonymous ha violato il database della più grande azienda alimentare del mondo perché si è rifiutata di lasciare il mercato russo. Ne dà notizia l’agenzia di notizie ucraina Unian. Dieci gigabyte di indirizzi email e password il “bottino” dell’attacco informatico del team di hacker.

Il collettivo, riporta il sito dell’Ansa.it, ha rivendicato l’azione su Twitter rilasciando dieci gb di dati della società svizzera. «Questa è una rappresaglia del collettivo per aver continuato l’attività dell’azienda in Russia». L’azione è accompagnata dall’hashtag #BoycottNestlè ed è arrivata allo scadere delle quarantott’ore che il gruppo aveva dato alla società per lasciare la Russia.

I francesi riprendono le produzioni, i turchi aprono porti e banche agli oligarchi, gli inglesi non hanno toccato un bene privato russo sul loro suolo, gli Israeliani fanno ponti d’oro agli investimenti e trasferimenti di capitali.
Diciamoci chiaramente che la realpolitik esiste https://t.co/HmR3tqqILp

— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) March 22, 2022

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