Duemila pescherecci si fermano una settimana per il caro gasolio: Meloni chiede l’intervento di Draghi

7 Mar 2022 16:42 - di Vittorio Giovenale
pescherecci Meloni
Giorgia Meloni interviene a sostegno dei lavoratori della pesca che oggi fermano i loro pescherecci per protesta contro il caro gasolio. Una protesta iniziata oggi e destinata, secondo gli organizzatori, a proseguire per una settimana. Come diretta conseguenza della serrata, nei prossimi giorni il pesce fresco italiano dal pesce azzurro (alice, sardine, sgombri) al pesce bianco come merluzzo, triglie, scampi, sogliola, non si troveranno più sui mercati.

Meloni sullo sciopero dei pescherecci italiani: è un settore strategico dell’economia

«Solidarietà di Fratelli d’Italia – scrive la Meloni su Facebook – alle marinerie d’Italia, che hanno iniziato oggi una protesta su tutto il territorio nazionale per chiedere al Governo Draghi misure urgenti contro il caro gasolio e a sostegno del comparto della pesca, già piegato dalla pandemia e ora alle prese con un rincaro insostenibile del carburante. FdI è al fianco dei pescatori e presenterà un’interrogazione parlamentare per chiedere all’esecutivo di intervenire immediatamente e mettere in sicurezza – conclude la leader di FdI – un settore strategico dell’economia italiana».

Le ragioni della protesta dei lavoratori italiani della pesca

«Abbiamo deciso di fare una serrata dei pescherecci di una settimana, poi vediamo che cosa succede ma dubito che saremo in grado di tornare a lavorare, ci proveremo per uno o due giorni ma poi ti fermi per forza quando vedi che sei in rosso». E’ l’amara considerazione di Apollinare Lazzari, a capo della cooperativa dell’associazione produttori pesca di Ancona, promotore dello sciopero dei pescherecci indetto a livello nazionale a partire da oggi, interpellato dall’Adnkronos sulle motivazioni della protesta. «Non riusciamo assolutamente a coprire le spese perché oltre al caro gasolio veniamo dalla pandemia e poi il Mipaaf ha emanato un decreto che ci ha limitato ancora di più le giornate di pesca» sottolinea Lazzari. “Noi lavoriamo 120 giorni all’anno e paghiamo le spese per 365 giorni, dalle assicurazioni alla Blue box per il controllo satellitare dei pescherecci, e ora con il caro gasolio – conclude Lazzari – una cascata è caduta sulla pesca”.

Gilberto Ferrari, direttore pesca di Confcooperative, quantifica il danno per i pescatori. «Dobbiamo trovare una soluzione perché il gasolio per la pesca, pur essendo privo di accise, durante il Covid era sceso a 40-50 centesimi e ora è più che raddoppiato a oltre 1 euro». A questo proposito Ferrari riferisce che «giovedì si dovrebbe tenere un incontro con il governo al Mipaaf per costruire un intervento d’urgenza».

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