Viva la Prof del “Righi” e abbasso l’ombelico al vento in nome dei diritti un tanto al chilo

18 Feb 2022 16:31 - di Francesca De Ambra
ombelico

Viva la Prof del liceo “Righi” di Roma che ha severamente rampognato («credi di stare sulla Salaria?») la studentessa che si esibiva in un balletto per Tik Tok in abiti succinti e a ombelico scoperto. Viva la Prof e abbasso i dirigenti che l’hanno sanzionata. Soprattutto, abbasso la ragazzo e i suoi «arrabbiatissimi» (contro la docente, ovviamente) genitori. Sembra di sentirli mentre spalleggiano la figlia danzatrice, premiandone la performance con il farlocco alloro dei «diritti», cui – chissà perché – non devono corrispondere mai dei doveri. Sono i padri e le madri di oggi, cresciuti nella bambagia dell’irresponsabilità e perciò del tutto refrattari a concetti come sacrificio, impegno, conquista. Sì sì, ognuno di noi fa la sua porca figura a ragionare sulle magnifiche sorti e progressive di una società a trazione meritocratica ma, ammettiamolo pure, sono ragionamenti distillati negli alambicchi dell’astrattezza.

A scuola non si va per mostrare l’ombelico

La realtà è ben altra, E ci dice, ad esempio, che spesso oggi molti genitori non disdegnano di ricorrere al Tar per impugnare la bocciatura rimediata dai figli. Forse non ci crederete, ma ci sono docenti che ancora osano non promuovere gli alunni non meritevoli. Dove andremo a finire… Ironie a parte, qua parliamo di scuola, l’istituzione cui le famiglie, e non da ora, affidano la più nobile e delicata delle funzioni: formare la società del domani. E qui l’interrogativo sorge spontaneo: com’è possibile che a comprendere fino in fondo l’essenza di tale missione fossero più le generazioni del passato, che con la scuola avevano minore dimestichezza, che quelle del presente? Perché oggi a suscitare reazioni e proteste è il richiamo della docente e non l’ombelico al vento dell’improvvisata ballerina?

La nostra è una società terminale

Semplice, perché viviamo in una società terminale, cioè priva di prospettive, di orizzonti e di ambizioni. A un malato terminale non si vieta di fumare: non servirebbe a salvargli la vita. Fa quello che vuole. Non è un caso se nella scuola severità dei docenti e qualità di apprendimento dei discenti calino in parallelo. La Prof del “Righi” avrà pure esagerato ad evocare le passeggiatrici della Salaria, ma a scuola si va per studiare e per imparare e non esibirsi su Tik Tok, non importa se a ombelico in vista scoperto. Più che alla ragazza, lo ricordiamo ai suoi genitori.

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