Open, i legali di Tiziano Renzi tuonano contro la fuga di notizia che imbarazza Matteo

14 Feb 2022 20:48 - di Redazione
Renzi

È ormai guerra aperta a Firenze tra indagati ed inquirenti. La diffusione da parte della stampa della lettera scritta da Tiziano Renzi al figlio Matteo ha infatti innescato una polemica che ha ormai superato il li livello di guardia. Forse più della denuncia per abuso d’ufficio annunciata dall’ex-premier contro i tre magistrati fiorentini (il procuratore Creazzo, l’aggiunto Turco e il sostituto Nastasi). Perché questa volta i legali di Renzi senior non usano accortezze nel puntare il dito contro il Palazzo di giustizia nel momento in cui lamentano la diffusione alla stampa di una missiva di «un uomo in difficoltà» che «si sfoga in un file di insulti al figlio e agli amici più cari del figlio». Una missiva, soprattutto, vecchia di un lustro.

Escalation tra i Renzi inquirenti fiorentini

«Questo documento compare improvvisamente oggi a distanza di cinque anni dal momento in cui viene redatto ed è privo di qualsiasi valore penale – scrivono in una nota i legali di Tiziano Renzi -. Ma viene ugualmente fatto circolare per tentare di alimentare sui media un processo che stenta in tribunale». La loro accusa ai pm è priva di fronzoli. «L’ennesima conferma di un modus operandi degli inquirenti fiorentini – proseguono infatti gli avvocati – che si commenta da solo. E che in assenza di violazioni del codice penale si concentra sulle difficoltà di rapporto tra padre e figlio.

La solidarietà di Rosato

«Nel merito, l’ennesima dimostrazione del fatto che Matteo Renzi non ha mai agevolato suo padre nelle sue attività professionali. Nel metodo, l’ennesimo schiaffo alla civiltà giuridica, alla vita delle persone e alla privacy di una famiglia colpita da una pervicace campagna mediatica senza precedenti». Ai Renzi, padre e figlio, arriva anche la solidarietà di Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva. «Non c’è molto da commentare a questa ennesima pubblicazione di atti privati che non hanno nulla a che fare con il processo ma che serve solo per ferire le persone – scrive su Fb -. Peccato che a far sì che questo accada sia un organo dello Stato, che le persone le dovrebbe tutelare. La mia vicinanza e amicizia a Matteo e alla sua famiglia».

 

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