Il ‘compagno’ Guccini ammette: “II fascismo fece l’unica riforma seria della scuola”. E svela: mi chiamò la Meloni

24 Feb 2022 11:05 - di Marta Lima
Francesco Guccini, storica voce del cantautorato di sinistra, alla Stampa traccia il bilancio della sua vita e loda la riforma Gentile sulla scuola

Tanti spunti interessanti, anche autocritici, nella lunga intervista del “compagno” Francesco Guccini, storica voce del cantautorato di sinistra, che alla Stampa traccia il bilancio della sua vita e della sua carriera alla soglia degli 81 anni senza rinnegare la propria militanza politica ma con alcune digressioni da sottolineare. Un Guccini di l0tta e di realismo, quello che parla della sua vita passata, di quella attuale – “Il lockdown? Sto sempre a casa, non l’ho proprio sentito…” – e quella virtuale: “I social? Sono la nuova Avvelenata…”, dice facendo riferimento a una delle sue storiche canzoni. Ma c’è spazio anche per una rivalutazione del fascismo…

Guccini e la riforma della scuola di Gentile

Si parla di tutto, anche di Covid.  “Ne stiamo uscendo uguali o forse peggiori. Ho sentito che hanno assalito il virologo Bassetti mentre prendeva un aperitivo con la moglie: il problema è che la gente non ha più cultura”. E qui arriva il commento nostalgico, udite udite, dei metodi culturali utilizzato dal fascismo, ordine e studio. “Una volta c’erano due culture, quella delle élite e quella povera, contadina, che oggi è scomparsa. La cultura di adesso è solo televisiva, non si legge più, e si sente chiunque pontificare su qualunque cosa. I social sono tremendi”. E la scuola? Il suo ruolo? “Non c’è più rispetto per gli insegnanti. Mi tocca dire che l’unica riforma seria è stata la riforma Gentile del fascismo! Capisco che poi le medie unificate siano state un progresso, ma adesso escono dalle elementari che non sanno nemmeno leggere e scrivere. Incredibiel ma vero, il Guccini che loda Gentile e il Ventennio chi se lo sarebbe aspettato? Ma c’è di più. Arriva anche l’abiura del comunismo…

L’analisi sulla guerra in Ucraina

Che impressione le fanno questi venti di guerra in Ucraina?, gli chiedono. “Che brutta situazione! Fa impressione sentire parlare di guerra in casa, in Europa. Putin è un autocrate che fa la voce grossa, risveglia il mio vecchio pregiudizio anti-sovietico”. E pensare che lei è stato spesso considerato un comunista! “Non sono mai stato comunista. Ero piuttosto un anarchico, in senso romantico. Guardavo al Partito d’Azione, a Giustizia e libertà”.

La politica italiana e la rivelazione sulla Meloni

Francesco Guccini poi parla della vicenda della rielezione di Mattarella: “È stata una sconfitta della destra, soprattutto di Salvini… A sentire loro va tutto male: il sindaco di Milano pensa solo alle piste pedonali, quello di Roma non risolve il problema del rusco (rifiuti in bolognese, ndr), mentre se avessero vinto loro sarebbe stato tutto risolto. Ecco, ora vinceranno loro e andrà tutto bene, no?”.

E qui racconta un aneddoto interessante che svela come le chiusure ideologiche, più che a destra, siano soprattutto a sinistra. “Le racconto una cosa successa anni fa. Mi suona il telefono: ‘Sono Giorgia Meloni’. Allora non sapevo chi fosse. Guidava un movimento giovanile, mi voleva invitare a una festa, un convegno. Atreju, mi pare. Gentilmente rifiutai”.

Gentilmente, anzi, no, al contrario, cafonescamente, qualche anno dopo rispose a quel cortese invito con invitamenti ai “partigiani” a portare via Meloni e Salvini, a cui la leader di FdI rispose per le rime: “Dove? A Piazzale Loreto?”.

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