Balneari, Briatore contro il governo: hanno depredato i lavoratori. Solo in Italia può succedere

18 Feb 2022 13:52 - di Giulia Melodia
Briatore

Nel Bel Paese ancora stretto nella morsa del Green pass e del Super green pass, sulle spiagge incombe l’ombra della gara delle concessioni balneari, che il governo ha rimesso in discussione a partire dal 1 gennaio 2024. E che, come sottolineato da Giorgia Meloni e Fdi, metterà a rischio il turismo italiano e un numero impressionante di lavoratori del settore. Non a caso, allora, sul tema assai dibattuto in queste ore, Il Tempo ha intervistato Flavio Briatore, imprenditore notoriamente addentro alla materia con lo stabilimento balneare e discoteca Twiga in Versilia. Oltre che promotore del progetto Crazy Pizza a Roma.

Balneari, Briatore attacca il governo: «Li hanno depredati del lavoro»

«Come sempre – dichiara Briatore al quotidiano capitolino sul provvedimento in merito alle concessioni balneari – dobbiamo fare dei pasticci. Perché la Spagna e il Portogallo non hanno aderito alle stesse misure. Per cui non si tratta di un fatto europeo, ma di una scelta. Alcuni punti del testo, come la tutela dell’occupazione, vanno anche bene però i balneari non possono essere depredati del lavoro che hanno costruito in anni e anni di fatiche e investimenti». Un obiezione che l’imprenditore spiega sia in termini d’impresa, che dal punto di vista giuridico-politico. Indicando anche il da farsi. E asserendo, tra l’altro: «Intanto bisogna fare un censimento delle spiagge».

«Hanno cambiato le regole in corsa e danneggiato i lavoratori»

E ancora. «Secondo: bisogna che chi subaffitta ad altri perda il diritto alla concessione. Terzo: le aste logicamente dovranno tener conto del valore comprensivo pure del lavoro che un imprenditore, gestendo lo stabilimento, ha fatto per anni. In base ai dipendenti che ha, al fatturato, agli utili che otteneva. Quando vai alle aste compri sempre su una serie di parametri che danno il valore del bene. Se qualcuno ha preso una spiaggia qualche anno fa e gli accordi dicevano che la concessione sarebbe durata fino al 2033, ebbene questi imprenditori chiederanno soldi all’erario perché non puoi entrare in un business dove c’è una regola e dopo qualche anno te la cambiano».

Briatore al governo: la comunicazione di regole e contro-norme è «confusa e incoerente»

E non sono solo le norme che cambiano repentinamente e che alimentano una crisi che, penalizzando il turismo italiano, favorirà quello dei nostri diretti competitor: Spagna, in Croazia in testa a tutti. A complicare il quadro, a detta di Briatore, ci si mette anche una comunicazione confusa e incoerente.  rispetto alla quale l’imprenditore rileva: «Noi, come sempre, non abbiamo una comunicazione coerente. Dovremmo avere il ministro del Turismo, o comunque una sola figura istituzionale, che spiega ciò che si può fare e cosa no arrivando in vacanza in Italia. Ed invece parlano tutti: dal ministro della Salute Speranza a tutti gli altri. E chi dall’estero legge i giornali, non capisce quale sia la situazione italiana. E cosa si possa fare, oppure no».

Una stagione turistica a rischio disastro

E insiste sul punto Briatore, perché la lingua batte dove il dente duole, come recita l’adagio. E infatti, in un altro passaggio dell’intervista, sottolinea: «Noi non abbiamo oggi una comunicazione chiara da parte del Governo. Servirebbe una bella conferenza alla stampa estera di un ministro o dello stesso Mario Draghi, per parlare ai giornali stranieri e al mondo, e dire: in Italia dal giorno x sara così. L’Italia è l’unico Paese che mette e leva, mette e leva. In Inghilterra abbiamo visto che sono partiti con una strategia, forse la più giusta col senno di poi. Il Portogallo liberalizza tutto. La Spagna idem. A noi serve una voce che invogli gli stranieri a tornare in Italia, ma parlando chiaramente. Così rischiamo di avere una stagione turistica zoppa e sarebbe un disastro».

Basta paura, pasta restrizioni

Così come – e ne è convinto Briatore, tanto da rimarcarlo a Il Tempo – il Paese non ripartirà realmente finché non si affrancherà dalla paura. O meglio: «Se continuiamo a terrorizzare gli italiani, non se ne esce. Hanno detto che non serve più la mascherina all’aperto ma buona parte delle persone ancora la tiene. Ognuno, per carità, è libero di scegliere – conviene Briatore – . Ma bisogna uscire dalla paura». E quindi: «Io sono d’accordo che la gente debba vaccinarsi – per cui i vaccini bisogna mettersi il cuore in pace e farli –. Per il resto però bisogna essere liberi. Basta. Andare al bar. Al ristorante. Dove si vuole. Senza il Green pass o il Super. Bisogna semplificare, come fanno negli altri Paesi».

E nel confronto coi nostri partner europei…

E a proposito del confronto con i nostri partner, Briatore sul Tempo conclude: «In questi due anni pensate già a quanti alberghi. Ristoranti. Spiagge, hanno chiuso. Due anni così non li sopporta nessuno». E tornando al tema dei balneari: «Lo stesso, quando parlano delle aste delle spiagge, il governo deve tener presente che ci sono intere famiglie che ci vivono. Lavorando tre o quattro mesi, per camparci un anno intero. Per cui, quando si parla dell’Europa, d’accordo. Ma poteva essere l’Europa meno la Spagna, il Portogallo e l’Italia. Magari per far vedere, una volta tanto, che abbiamo anche i coglioni per dissentire da regole europee che non troviamo giuste»…

 

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