Santanchè: Moratti e Meloni hanno parlato solo di Lombardia. Rotondi: la sinistra ci vuole divisi

20 Dic 2021 12:22 - di Redazione
Moratti Santanchè

L’incontro tra Giorgia Meloni e Letizia Moratti c’è stato sì, ma non riguardava il Quirinale. Replica così Daniela Santanchè a proposito della notizia rilanciata da Repubblica di un incontro segreto tra la leader di FdI e l’assessore lombarda alla Sanità. “Fratelli d’Italia è maggioranza in Lombardia. Ed è normale che ci siano scambi di opinioni tra la nostra leader, Meloni e Letizia Moratti, assessore alla Sanità. Non c’entra nulla il Quirinale”.

Santanchè assicura all’Adnkronos che si è trattato di un ”normale colloquio” con ”al centro la Lombardia, una delle Regioni più importanti d’Italia. Siccome noi siamo maggioranza è giusto vedersi per fare il punto della situazione”.

E su un eventuale piano B o C per il Quirinale se la candidatura di Berlusconi non dovesse avere i numeri risponde: ”Io penso che sia importante un tavolo con i leader del centrodestra per trovare una strategia comune”. E invita gli alleati Lega e Forza Italia a restare compatti nella complessa e delicata partita del Colle: ”Abbiamo una grande opportunità e bisogna saperla gestire. Per questo, c’è bisogno di marciare come un sol uomo…”.

Anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, esclude che il nome Moratti rientri in una trattativa per il Quirinale: ”Ritengo infondata l’ipotesi di un incontro indirizzato alle dinamiche quirinalizie”. In particolare, ambienti FdI fanno notare che “gli incontri segreti non si fanno nei ristoranti di fronte alla Camera…”.

Un appello al centrodestra affinché eviti divisioni giunge anche da Gianfranco Rotondi. “Comincia con la Moratti e con Pera il giochino preferito della sinistra ossia la divisione del campo avversario. Peccato che il centrodestra – a differenza della sinistra – non sia impegnato a dilaniarsi tra le aspirazioni dei notabili, ma metta in campo un solo candidato, il suo storico leader e fondatore Silvio Berlusconi“.

“Se poi la sinistra – conclude Rotondi – vuol dire che anche il centrodestra dispone di personalità di alto rango istituzionale, allora sfonda una porta aperta: non solo Moratti e Pera ma anche Gianni Letta, Antonio Tajani, Giulio Tremonti, Carlo Scognamiglio, Giuliano Urbani, Antonio Martino, Renato Schifani e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Oggi e qui – tuttavia – il centrodestra gioca la sua ‘costituzionalizzazione’ e dunque ha una sola possibilità in campo: Silvio Berlusconi’’.

 

 

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