Vespa senza freni su La7: “Il No Vax è un pazzo incosciente: tolleranza zero e controlli forsennati” (video)

29 Nov 2021 15:37 - di Giulia Melodia
Vespa

Vespa prova a mantenere il suo proverbiale aplomb anche nello studio di In onda su La7. Ma se la domanda di Parenzo lo stuzzica sul tema Covid e sulle reprimende alla  comunicazione a riguardo – compresa l’improvvida uscita di Mario Monti col suo richiamo a «modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione» – allora il padrone di casa di Porta a Porta non ci sta. Fa addirittura un piccolo balzo sulla poltrona dove è comodamente seduto. E nel replicare con vigore ed eleganza all’ex Presidente del consiglio “tecnico”, contrattacca. Quando però si parla della nuova variante Omicron. Di crescita di contagi e di ostinati No vax, lì Vespa non usa filtri o giri di parole. E spiattella a chiare lettere, senza infingimenti diplomatici, come la pensa. E senza mandarla a dire.

Vespa furioso sui No vax: «Pazzi incoscienti. Tolleranza zero»

Dunque, si parla di variante Omicron e vaccini da Concita De Gregorio e David Parenzo nella puntata di ieri di In onda. Bruno Vespa, portabandiera del rigore declinato però all'”aperturismo” di cui è solido sostenitore e portavoce, è sollecitato da uno dei due conduttori a esprimersi su rischi e timori e su come affrontarli nei media sotto inchiesta per un eccessivo allarmismo rilanciato e controbilanciato dagli interventi dei fatidici esperti. E così precisa (partendo in sordina): «Non vorrei essere troppo ottimista, ma allo stato attuale la variante Omicron non buca niente. Perché se sei vaccinato non ti ammali. Chi non si vaccina – è la sua logica conseguenza – è un pazzo incosciente, diciamolo con franchezza. Perciò – aggiunge l’anfitrione di Porta a Porta – tolleranza zero e controlli forsennati. Perché è in discussione la salute di tutti. Io sono liberale. Capisco le persone. Ok, però la decisione è necessaria e bisogna andare avanti».

Vespa più guardingo rispetto l’intemerata di Monti sulla comunicazione di “guerra”

Insomma, lo ha scritto su tutte le testate con cui collabora. Lo ha ribadito nella sua trasmissione di Raiuno. Non poteva che rimarcarlo a La7, specie se a domanda precisa occorre rispondere nel merito delle argomentazioni e delle proprie convinzioni. Stesso approccio, ma decisamente rimodulato su frequenze più pacate e guardinghe, per quanto riguarda la sortita di Monti del giorno precedente, che ha fatto discutere e sobbalzare i più. Quando, proprio in collegamento con In onda su La 7, l’ex premier – noto fautore dell’austerity – invocando una sorta di controllo dall’alto della comunicazione. E di protocollo dell’autocensura nei fatti, ha sostenuto: «Di colpo abbiamo visto che il modo in cui è organizzato il mondo è disunito. Abbiamo iniziato a usare il termine guerra ma non abbiamo usato una politica di comunicazione adatta alla guerra. Bisognerà trovare un sistema che concili la libertà di espressione ma che dosi dall’alto l’informazione».

Ma la spiegazione conciliante su Monti convince poco…

Ecco, quelle parole che hanno fatto molto discutere: «Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione. In una situazione di guerra si devono accettare delle limitazioni alle libertà», neppure al conciliante Vespa saranno andate giù. Poi però, chiamato a commentarle con gli stessi interlocutori, aggiusta il tiro e sottolinea: «Parlava di comunicazione di guerra. Io ho capito quello che voleva dire». Ossia, prova a spiegare il direttore: «Credo intendesse dire stiamo ai fatti. Non enfatizziamo. Non giochiamo a fare “io ti tiro un no vax, tu mi rilanci con qualcos’altro”»… Ma né questa traduzione conciliante firmata Vespa delle durissime parole di Monti. Né l’errata corrige spedito dal Professore in persona a La7 – mandata in onda subito dopo da Parenzo e De Gregorio – convincono più di tanto…

In basso, il video dell’intervento di Vespa alla puntata di In Onda su La7 di ieri (28 novembre) dalla pagina Facebook de La7

 

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