Super Green Pass, Draghi esulta ma è lite nel governo tra Lega e FI. Meloni: «Misure assurde»

24 Nov 2021 20:58 - di Fortunata Cerri
Draghi

«Quelle che sembravano delle diversità di posizione prima del Cdm poi durante la riunione sono sparite, infatti la decisione è stata presa in modo unanime». Per Mario Draghi non è stata una giornata facile, le contrapposizioni erano chiare ma in conferenza stampa il premier ha fatto finta che tutto sia filato liscio, tacendo sullo scontro tra il leghista Giorgetti e la forzista Gelmini su alcuni aspetti delle misure. Alcuni rumors parlavano di un Carroccio in fibrillazione sul super green pass e della decisione di disertare il Consiglio dei ministri di oggi poi rientrata in extremis. Fonti del Carroccio, come riporta l’Adnkronos,  assicurano che Matteo Salvini non ha mai immaginato che i ministri Lega potessero disertare il Cdm. Ma qualcosa, in Cdm, è successo, la tensione è stata forte, i compromessi al ribasso hanno visto la Lega, come spesso accade, recitare il ruolo di agnello sacrificale, ed è per questo che alla fine il voto al decreto è stato unanime.

Duro scontro in Cdm

Le voci di uno scontro vengono subito derubricate a “normale dialettica”, dai diretti interessati. Fatto sta che nel corso del Consiglio dei ministri che oggi ha varato le norme sul Super green pass e le misure anti-Covid per arginare la quarta ondata, c’è stato un confronto tra la ministra forzista Mariastella Gelmini e il leghista Giancarlo Giorgetti, entrambi nella coalizione di centrodestra. Quando il responsabile dello Sviluppo economico ha sollevato dubbi sull’adozione del passaporto vaccinale già in zona bianca, dunque sull’intero territorio nazionale, la ministra agli Affari regionali ha fatto presente come il tema fosse stato “ampiamente trattato dalle regioni e ampiamente condiviso”. La ministra, riferiscono inoltre fonti presenti al Cdm, avrebbe inoltre rimarcato come le uniche rimostranze, dal fronte delle Regioni, fossero arrivate dai governatori in quota FdI. Al termine del Cdm, forse non a caso, è arrivata la precisazione di Giorgetti sulla posizione dei governatori leghisti. «Ho espresso in Consiglio dei ministri le riserve della Lega su un super green pass esteso anche alle zone bianche – ha detto infatti il leghista – Perplessità che governatori e sindaci della Lega hanno portato avanti in più occasioni, compresa la conferenza delle Regioni».

Draghi: «Non ci sono stati sforzi di convinzione»

In conferenza stampa Draghi a chi gli ha domandato come ha fatto a convincere Matteo Salvini all’adozione del super green pass già in zona bianca, ha risposto: «Non ci sono stati sforzi di convinzione», la necessità di muoversi verso una nuova stretta è stata «espressa in primo luogo dalle regioni e dal presidente della conferenza Fedriga. La domanda non è cosa faremo se si porranno le condizioni per chiudere, ma cosa dobbiamo fare per non chiudere, per non arrivarci».

Meloni: «Il governo continua sbagliare mira»

Le misure adottate oggi in Cdm sono state duramente criticate da Giorgia Meloni. «Quando a luglio il governo Draghi affermava che “con il Green Pass gli italiani potranno continuare a esercitare le proprie attività e divertirsi con la garanzia di trovarsi con persone che non sono contagiose”, ponemmo subito le nostre perplessità», ha scritto la leader di Fratelli d’Italia in un post su Facebook.

E poi ha continuato. «Chiedemmo di cambiare strategia rispetto al precedente esecutivo, proponendo soluzioni concrete per il potenziamento dei trasporti pubblici e per la sicurezza delle scuole. Siamo stati ignorati, esattamente come successe con Conte dopo l’estate 2020. Ci troviamo a ridosso del Natale e il lasciapassare non ha dato quelle garanzie di sicurezza promosse e auspicate. Cosa fa il governo dinanzi questo dato di fatto? Non solo non ammette il fallimento, ma lo potenzia ulteriormente. E in questo modo continua a sbagliare mira. Le eventuali chiusure e le ulteriori discriminazioni verso una fetta di popolazione – ha concluso – sono solo un modo per scaricare le responsabilità sui cittadini italiani e su un’intera Nazione che ha la necessità e l’urgenza di ripartire».

Draghi e il ringraziamento a Fedriga

Draghi in conferenza stampa ha fatto quindi il punto della situazione. «Più che concentrarmi sui rischi  – ha poi detto Draghi – voglio concentrarmi su un altro aspetto, quel che dicono questi provvedimenti, quel che dicono i governatori delle regioni, con cui abbiamo avuto un’interlocuzione proficua e per questo ringrazio il presidente Fedriga. Quello che dicono questi provvedimento è che vogliamo prevenire per preservare, per conservare. Vogliamo essere molto prudenti, per evitare rischi e conservare quel che gli italiani hanno conquistato». Nel suo discorso ha ricordato «i quasi 134mila morti che abbiamo avuto, la caduta dell’attività economica dell’8-9% credo con nessun eguale in Europa. Il ricordo va alle attività chiuse, ai ragazzi che hanno fatto un anno di scuola in assenza, in dad, e che non sono stati bene, alcuni stanno ancora soffrendo quest’esperienza. Il ricordo va alla povertà» che ha portato il Covid con sé.

Draghi: «La situazione italiana è sotto controllo»

«Abbiamo preso importanti provvedimenti in tema di controllo pandemia», tant’è che «la situazione italiana è sotto controllo, una delle situazioni migliori in Europa, grazie a una campagna vaccinale che ha registrato un successo notevole. Voglio continuare a ringraziare tutti gli italiani, che hanno aderito con grande partecipazione, e anche a quelli che si stanno sottoponendo alla terza dose, con numeri incoraggianti». Draghi nel corso della conferenza ha raccontato di aver «fatto la terza dose di vaccino».

E poi ha puntualizzato: «Ora occorre chiedersi di eventuali rischi, c’è una situazione esterna grave in paesi con noi confinanti. Anche la nostra situazione, in Italia, è lieve e in costante peggioramento. Non siamo ancora nella pienezza dell’inverno e considerare il fatto che, grazie all’evidenza scientifica, sappiamo che la copertura vaccinale comincia ad affievolirsi in questo periodo, per questo abbiamo deciso l’anticipazione della terza dose a 5 anziché 6 mesi».

Stato d’emergenza

«Sullo stato di emergenza non mi azzardo a dire che abbiamo deciso a un mese della scadenza, altrimenti il professor Cassese mi sgrida. Valuteremo la situazione. Ma la domanda da porsi è: a noi interessa prorogare l’emergenza o avere a disposizione tutta la struttura sanitaria, di controlli, di intervento che ci ha permesso di affrontare la pandemia? Penso la seconda, quindi bisogna chiedersi se è possibile mantenere questa struttura senza prolungare lo stato di emergenza. Non lo so se è possibile, ma lo vedremo».

Poi a un cronista che, ponendogli una domanda, ha riportato la contrarietà del premier alla proroga dello stato d’emergenza, ha messo in chiaro: «Attenzione non mi mettete in bocca cosa che non ho detto. Io non ho detto questo…».

«Il governo sia compatto e non ci siano cedimenti»

«E’ importante per ricucire la contrapposizione tra chi si vaccina e chi non lo fa che il governo sia compatto, non ci siano cedimenti, posizioni un po’ diverse, come abbiamo visto purtroppo tante altre volte nella storia italiana», ha poi aggiunto Draghi.

«La mancanza di compattezza – ha proseguito – viene usata come scusa per l’evasione dall’obbligo, la tensione, sembra quasi giustificarsi perché ci sono persone che non la pensano come gli altri. La diversità di comportamenti non va ignorata né criminalizzata, ma va cercato di convincere, non ci sono molte alternative. L’importante, affinché la conciliazione avvenga, è il successo. Se questa iniziativa ha successo, se l’economia va avanti… ve lo ricordate il Natale dello scorso anno? Vogliamo conservarci un Natale diverso dall’ultimo, un Natale come quelli del passato? Se tutto ciò avrà successo sarà il migliore modo di conciliare persone con convinzioni diverse».

«Un Natale normale per i vaccinati»

E poi ancora: «Spero che questo sarà un Natale normale. Se abbiamo un po’ di restrizioni sarà normale per i vaccinati e speriamo che la situazione consenta che il prossimo Natale lo sia per tutti, anche per coloro a cui saranno riservate le restrizioni» appena decise dal Cdm. L’auspicio è che «queste persone attualmente penalizzate dalle misure adottate possano tornare a essere parte della società come tutti noi».

Speranza: «Esteso l’obbligo di vaccinazione ad altre categorie»

Roberto Speranza, dal canto suo, ha specificato che nel decreto legge approvato oggi «ci sono 4 ambiti di intervento essenziali. Un primo ambito ha a che fare con la questione dell’obbligo» di vaccino anti-Covid, «oggi in Italia già vigente per alcune categorie». Cioè «i sanitari e tutti i lavoratori delle Rsa, compreso il personale non sanitario» che lavora in queste strutture residenziali. «Noi estendiamo quest’obbligo a ulteriori categorie: in primis al personale non sanitario che lavora nel resto del comparto salute, per esempio nei presidi ospedalieri. Lo estendiamo anche alle forze ordine, ai militari e anche a tutto il personale scolastico». L’estensione dell’obbligo, ha puntualizzato, «riguarderà anche la terza dose, o il richiamo per le persone che hanno fatto il monodose di J&J».

 

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