Scuola, il governo si pronunci su genitore 1 e genitore 2. Drago (FdI): c’è il fai da te del gender

5 Nov 2021 18:46 - di Redazione
genitore 1

“Il governo si pronunci in modo inequivocabile sulle comunicazioni scuola famiglia che riguardano le denominazioni genitoriali”. Lo chiede in una interrogazione al ministro della Pubblica Istruzione la senatrice di Fratelli d’Italia Tiziana Drago. In pratica l’esponente di FdI denuncia il fatto che in molte scuole si tende ad eliminare la dicitura “padre” e “madre” in favore di genitore 1 e 2 ma senza che ciò corrisponda ad una generale indicazione del ministero. Che deve fare chiarezza.

“Sono infatti numerose – sottolinea Drago – le segnalazioni pervenute da cittadini di diverse città italiane che evidenziano come le istituzioni educative e scolastiche, deliberatamente, ed in assenza di qualsivoglia indicazione o linea guida ministeriale, tendano con sempre maggiore frequenza ad adottare, nell’ambito delle comunicazioni e circolari interne nonché nella modulistica relativa alle comunicazioni scuola-famiglia, le controverse denominazioni ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ in alternativa o addirittura in sostituzione della dicitura ‘padre’ e ‘madre’”.

“La permeabilità degli ordinamenti scolastici alle influenze della cosiddetta ‘teoria del gender’ – osserva Drago – è stata già oggetto in passato di richieste di chiarimenti al Ministero della Pubblica Istruzione da parte dei genitori, delle famiglie e dei docenti e dirigenti scolastici. Specie all’indomani della riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione introdotta con la legge n. 107 del 2015, con particolare riguardo alla prevenzione delle discriminazioni. Il Ministero dell’Istruzione si era peraltro già espresso, attraverso una circolare ministeriale dello stesso anno, chiarendo che ‘tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né le ideologie gender né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo’”.

“L’adozione di una innovativa e differente terminologia definitoria della titolarità dell’esercizio della potestà genitoriale – conclude Drago – ed in particolare l’adozione della terminologia ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ in luogo della terminologia ‘padre’ e ‘madre’ non era allora né risulta oggi in alcun modo prevista o autorizzata, per cui chiediamo al governo di pronunciarsi in maniera chiara e netta una volta per tutte”.

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