“Massimo Melis è stato ucciso da un rivale in amore”. Fermato un pregiudicato siciliano

6 Nov 2021 14:01 - di Guido Liberati
Massimo Melis

C’è un fermo per l’omicidio di Massimo Melis, il 52enne operatore della Croce Verde trovato il cadavere nella sua auto lunedì pomeriggio alla periferia nord del capoluogo piemontese ucciso con un colpo di pistola alla tempia. Nella tarda serata di ieri la Squadra Mobile ha eseguito il fermo di un uomo, gravemente indiziato, in base a un decreto emesso dalla Procura di Torino.

L’uomo fermato è un pregiudicato 62enne originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna, e residente a Torino. Si chiama Luigi Oste e avrebbe ucciso Massimo Melis per gelosia. Oste si era infatti invaghito di Patrizia Cataldo, dipendente di un bar della periferia nord di Torino, con cui Melis aveva ricominciato a frequentarsi dopo una precedente relazione.

Chi è il presunto killer di Massimo Melis

La donna aveva sempre respinto le profferte amorose del presunto assassino. Tuttavia, quest’ultimo, in preda alla gelosia quella sera avrebbe deciso di pedinare i due. Quando Melis ha accompagnato la donna a casa ed è rientrato in auto, Oste ha aperto la portiera e ha sparato a bruciapelo. Vittima e assassino abitano a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro.

L’autopsia ha stabilito che l’ambulanziere di 52 anni è stato ucciso con un proiettile calibro 38, sparato da un revolver. L’omicidio è avvenuto nella serata di domenica, ad Halloween. La vittima, dopo aver accompagnato a casa l’amica, è risalito in macchina, una Punto blu. Il killer, sbucato dall’oscurità, ha aperto la portiera e ha sparato un solo colpo quasi a bruciapelo, alla tempia sinistra.

La donna “contesa” ha sempre negato che vi fossero rivalità tra i due uomini «Nessuno mi dava fastidio, come è stato detto. E poi ho quarant’anni non avrei mai dato retta a un sessantenne». Secondo gli investigatori, evidentemente, Oste invece aveva fomentato un odio nei confronti del suo rivale, tanto da compiere un gesto così efferato.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *