Eitan, Tel Aviv respinge il ricorso del nonno: il piccolo dovrà tornare in Italia entro 15 giorni

12 Nov 2021 13:26 - di Redazione

Ancora un no alle richieste del nonno del piccolo Eitan, il bimbo di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. La corte distrettuale di Tel Aviv ha respinto il ricorso di Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan. Che lo scorso 11 settembre ha rapito il nipote portando in Israele. E sul quale pende la richiesta di arresto emessa dal gip di Pavia.

Eitan, respinto il ricorso del nonno rapitore

I giudici hanno anche stabilito che il bambino debba tornare in Italia entro 15 giorni. Lo riferisce il Jerusalem Post. Il bimbo infatti era stato affidato dalle autorità italiane alla zia paterna Aya. Ma Peleg lo aveva appunto ‘sequestrato’ e portato con sé a Tel Aviv. Il tribunale israeliano aveva dato ragione in prima istanza alla zia Aya. Ora viene anche respinto l’appello del nonno sul quale pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Pavia. Per la quale il legale dell’uomo, Paolo Sevesi. ha depositato un ricorso al tribunale del Riesame di Milano.  Il ricorso è stato depositato “con riserva di motivazioni” visto che la difesa non ha ancora avuto accesso all’ordinanza. Attivata la procedura internazionale per l’estradizione.

Il bimbo deve tornare in Italia entro 15 giorni

Il nonno del piccolo Eitan è accusato di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all’estero. E inosservanza dolosa di provvedimento del giudice che ha nominato la zia paterna Aya tutrice del bambino. La richiesta di arresto riguarda anche Abutbul Gabriel Alon. L’autista assunto dai nonni materni “per assisterli e aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo in Israele”.

Resta invece indagata la nonna Esther Athen Cohen. Il quadro che emerge dalle indagini è quella di un rapimento “messo in atto con lucida premeditazione e meticolosa organizzazione dagli indagati”. Lo dimostrano “i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate immediatamente precedenti l’11 settembre. Giorno del sequestro. Quando su un’auto a noleggio i due uomini – e il bambino raggiungono l’aeroporto di Lugano e prendono il volo per Israele. A bordo di un charter privato pagato 42mila euro, per Israele.

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