Soldi del Venezuela al M5S, la Procura va avanti: indagato il console. Ecco cosa c’è nelle carte

30 Ott 2021 11:04 - di Viola Longo
venezuela m5s

All’indomani dell’iscrizione nel registro degli indagati per l’affaire della valigetta con 3,5 milioni di euro destinata al M5S, il console del Venezuela Giancarlo Di Martino nega tutte le accuse. «Sono tutte falsità», ha detto, dopo la notizia dell’indagine, aggiungendo che «noi in Venezuela ribadiamo che il governo non ha avuto alcun legame col Movimento 5 Stelle, che rispettiamo, ma col quale non c’è stato nessun passaggio di denaro». Proprio l’iscrizione di un diplomatico nel fascicolo per riciclaggio e finanziamento illecito, però, la dice lunga sulla determinazione della Procura di Milano a vederci chiaro. Il passo, infatti, è quanto mai scivoloso, considerato il ruolo di Di Martino, eppure i pm hanno ugualmente deciso di compierlo.

La Procura vuole sentire l’ex 007 Hugo “el Pollo” Carvajal

Il console, che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbe materialmente coinvolto nella consegna della valigetta, ha fatto sapere di essere pronto a farsi interrogare, ma secondo quanto riferito da Il Giornale, la Procura sarebbe intenzionata ad aspettare di aver prima ascoltato l’ex 007 Hugo Carvajal, detto “el Pollo”, arrestato in Spagna su mandato degli Usa per questioni di droga. Carvajal, che ai magistrati spagnoli sta illustrando tutto il sistema di finanziamenti esteri dell’allora governo del presidente Hugo Chavez e del suo ministro degli Esteri Nicolas Maduro, attualmente riveste un ruolo chiave per venire a capo anche della vicenda dei soldi del Venezuela al M5S.

La vicenda dei 3,5 milioni di euro dal Venezuela per il M5S

I fatti risalirebbero al 2010, ma sono emersi solo lo scorso anno attraverso un articolo del giornale spagnolo Abc, firmato dal giornalista Marcos Garcia Rey. Il giornalista raccontò della valigetta con 3,5 milioni di euro partita dai fondi riservati di Caracas e consegnata a Gianroberto Casaleggio, di cui si trovava traccia in un documento interno ai servizi segreti venezuelani.

Il giornalista Rey conferma la sua ricostruzione

Querelato da Davide Casaleggio per diffamazione, Rey è stato sentito di recente a Milano come indagato nell’ambito del procedimento che ne è scaturito e ha presentato un’accurata memoria difensiva nella quale, pur non rivelando da chi aveva avuto il documento dell’intelligence venezuelana, ha confermato quanto scritto nel suo articolo. Inoltre, ha indicato nel “Pollo” il destinatario di quel rapporto, partito dal “direttore degli affari speciali” dei servizi e indirizzato al “direttore generale dell’intelligence militare”.

Il console: «Niente soldi, il documento degli 007 è falso»

Il governo venezuelano ha sempre negato l’autenticità del documento, come ora continua a fare il console Di Martino. «Quel documento è un falso», ha ribadito il diplomatico in queste ore, negando di aver conosciuto sia Gianroberto Casaleggio, indicato nel documento degli 007 come «promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica Italiana», sia il figlio Davide. «Sono tutte falsità. Il “Pollo” sta parlando in Spagna solo per cercare di non essere estradato negli Stati Uniti, e noi in Venezuela ribadiamo che il governo non ha avuto alcun legame col Movimento 5 Stelle, che rispettiamo ma col quale non c’è stato nessun passaggio di denaro», ha aggiunto il console. I pm milanesi però vogliono vederci chiaro, perché anche ammesso che il profilo di Carvajal possa far insorgere qualche dubbio, sul tavolo c’è la versione di Rey, considerata di per sé degna di approfondimento.

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