I Cinquestelle mettono Conte sotto accusa e lo isolano. Grillo lo bastona per la sua tattica suicida

9 Ott 2021 9:43 - di Gabriele Alberti
Grillo conte

Beppe Grillo contro Giuseppe Conte. Il flop elettorale? Colpa sua. L’irritazione del fondatore del M5S cresce di ora in ora. Il tracollo alle amministrative ha fatto da detonatore alla mal sopportata leadership dell’ex premier. Ringhia Grillo:«Certo, se uno parla sempre di nuovo corso è così che finisce». L’ira del comico genovese è alle stelle. Il mantra di Conte in giro per l’Italia è un boomerang secondo Grillo. Il retroscena sulla Stampa dà conto di un ulteriore capitolo del deteriorarsi della “stima” (se mai c’è stata) tra il fondatore e l’avvocato di Volturara Appula.

Grillo imbufalito con Conte

L’ira di Grillo è esplosa nel colloquio avuto con  Virginia Raggi: “Nel tentativo di confortarla, Grillo cerca un’attenuante da concederle. «Certo se uno parla sempre di nuovo corso è così che finisce»”, leggiamo nella ricostruzione del quotidiano torinese. Conte non ha fatto altro che parlare prima, durante e dopo il voto  di questo fatidico «nuovo corso» che intende dare al Movimento. Che non si sa bene cosa sia, tra l’altro.  Proprio questo argomento non va giù a Grillo. Il comico si è imbufalito. E ad alcuni deputati avrebbe sibilato contro Conte: «Non può dire ogni volta così e sconfessare tutto il passato, tutto quello che abbiamo fatto». Così è certo che gli elettori non ci capiscano più nulla.

I parlamentari lo attendono al varco

Così accade che il fondatore sia diventato in questi giorni “il collettore del malessere dei parlamentari che ora vedono avvicinarsi la fine della legislatura. E girano a vuoto dentro la propria angoscia. Insime con Grillo prendono atto del fatto “che non ci sia stato un travaso di popolarità da Conte al M5S”. Di più: Grillo teme che se l’ex premier non cambierà copione, il leader e il Movimento vengano percepiti come due entità separate. Di questo dovrà render conto una volta tornato  a Roma, dopo i ballottaggi. Il redde rationem è vicino  – si legge nel retroscena- e nei prossimi tre mesi molti eletti si giocheranno il proprio futuro politico. Conte ostenta sicurezza ma dà per scontato un altro esodo.

I parlamentari lo attendono al varco: “Aspettano solo di capire come sarà formata la squadra del nuovo vertice, chi entrerà in segreteria e chi guiderà i gruppi tematici. Per ora lanciano avvertimenti silenziosi che minacciano di indebolire la forza contrattuale del leader quando si alzerà il sipario sull’elezione del presidente della Repubblica”. Conte è sempre più solo,m come riposta un altro retroscena, questa volta del Messaggero: il partito è sull’orlo di un “big bang”: i parlamentari fanno il vuoto intorno a lui.

Il “nuovo corso” di Conte fa acqua da tutte le parti

Il “nuovo corso” del movimento che Conte ostenta ha tanti buchi neri, non una linea precisa. Lui dice che  in vista della manovra finanziaria consegnerà a breve a Draghi la lista di priorità del M5S: e tra queste ci saranno il salario minimo e il cashback. Però le chat dei parlamentari ribollivano di rabbia sul fatto che non ha saputo indicare che posizione tenere sull’eutanasia, e più in generale è sembrato sfuggente sui diritti. Non sa che pesci prendere.  E -raccontano molti senatori grillini-  quando gli è stato chiesto cosa fare per la calendarizzazione della norma sulla cannabis, la sua risposta stata: «Ma attenzione perché le droghe fanno male».

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