“Eppoi basta”, Draghi stizzito con Franceschini. Scintille nel governo: il retroscena

21 Ott 2021 12:59 - di Adriana De Conto
Draghi Franceschini

Una manovra piena di spine e di intemperanze per il premier Draghi e la sua composita e litigiosa maggioranza. Non c’è solo la Lega a puntare i piedi sulle pensioni, anche tra i dem e i cinquestelle c’è tanta agitazione. E’ Francesco Verderami sul Corriere della Sera a dipingere un retroscena degli scontri avvenuti in Consiglio dei ministri. Il più agitato è stato Franceschini, protagomista di un botta e risposta niente male che avrebbe fatto “trascendere” Draghi. Alla sua maniera naturalmente.

Franceschini fa spazientire Draghi un Cdm

Andiamo con ordine. Durante il Cdm “alcuni rappresentanti del governo hanno protestato con il premier per aver dovuto approvare il Documento programmatico di bilancio: «senza che ci sia stato nemmeno distribuito il testo», si sono lamentati. “A rilevarlo – scrive Verderami – sono stati soprattutto il capodelegazione del Pd Orlando e il grillino Patuanelli, che dopo aver ascoltato l’illustrazione verbale del ministro dell’Economia, hanno chiosato con un «non era mai successo».

“Le risorse sono finite, ministro”

Poi le alzate di scudi si sono fatte più nette.  “La riunione è proseguita con il veto della Lega sulle pensioni e le proteste di M5S sull’ecobonus. Ma a colpire è stato soprattutto il diverbio (l’ennesimo) tra Draghi e Franceschini. Che – leggiamo nel retroscena di Vererami- ha chiesto di reintrodurre i fondi per la ristrutturazione delle facciate”. Il ministro dei Beni culturali si è impuntato:  ha ricordato al premier che «questo bonus è stato uno dei provedimenti su cui si è caratterizzata l’azione del governo precedente. Pertanto il tema va affrontato per l’importanza che ha». Qui i toni si sono inaspriti, Draghi ha reagito e  «il confronto è diventato molto duro».

Scintille nel governo Draghi: la manovra è piena di spine per i partiti della maggioranza

Il duetto Franceschini- Draghi riportato dal retroscenista principe del Corriere è tutto un programma:  «Ha ragione, questo provvedimento era del precedente governo», ha commentato Draghi: «Come lo era il reddito di cittadinanza, come lo era quota cento, come lo sono adesso il taglio delle tasse, i fondi per gli ammortizzatori sociali. Le risorse però sono finite, ministro. Altrimenti il sistema salta».  Avremmo voluto vedere le espressioni dei protagonisti. Soprattutto dopo che Franceschini ha continuato ad inistere. «Ma le riunioni di governo servono proprio a costruire un compromesso», ha ribattuto il ministro del Pd.  «Questo è il luogo dove avvengono le ricomposizioni», avrebbe detto.

Verderami: “La politica si prepara al big bang”

Al che Draghi avrebbe dato segni di insofferenza: «È quello che stiamo facendo», ha replicato seccamente.  «Eppoi…». la frase resta lì, con i presenti col fiato sospeso.  «Eppoi basta», ha concluso il premier. E’ evidente che il nervosismo travalichi le mere questioni numeriche. Il governo chissà se reggerà l’urto di un conflitto politico sempre più acceso tra i partiti che reggono la sua larga maggioranza. Sia il  centrodestra di governo che il centrosinistra e i cinquestelle portano un carico di questioni interne complicate che “disturbano” i sonni tranquilli di Draghi.  «Su tutto questo – sussurra un ministro, rivela Verderamio – incombe poi il problema del Quirinale. Perché nessuno ancora ha capito cosa intenda davvero fare Draghi. Commento: “Altro che scosse di assestamento: la politica si prepara al big bang“.

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