Ott 06 2021

Gloria Sabatini @ 09:18

Discoteche, il Cts: sì all’apertura ma con il 35% di capienza. La rabbia dei gestori: così non riapriamo

Spiragli sulla riapertura delle discoteche. È possibile in zona bianca con l’obbligo di green pass e molti ‘paletti’. È il parere del Comitato tecnico scientifico, che nella seduta di martedì ha analizzato la richiesta sulle attività che hanno luogo in sale da ballo, discoteche e locali similari. Il Cts in premessa ha sottolineato che “tali attività si  configurano tra quelle che presentano i rischi più elevati per la diffusione del virus”.

Discoteche, Cts: si alla riapertura in zona bianca

“Nello specifico – si legge nella nota – si ritiene che se ne possa considerare l’apertura con una progressiva gradualità anche tenendo conto della necessità di valutare l’impatto delle misure già adottate”. Fermo restando – si aggiunge – che “gli accessi a queste attività debbano avvenire esclusivamente attraverso un meccanismo di registrazione che consenta un eventuale tracciamento. E solo in presenza di green pass valido.

Al chiuso il 35% della capienza, all’aperto il 50

Il Cts inoltre ritiene che “queste attività possano essere consentite in zona bianca a determinate condizioni. Una presenza, compreso il personale dipendente, pari al 35% della capienza massima al chiuso. E  al 50% all’aperto. La presenza di impianti di aerazione senza ricircolo d’aria e rispondenti ai requisiti qualitativi specificati nei documenti di indirizzo Iss. L’uso obbligatorio dei bicchieri monouso; la garanzia della possibilità di frequente igienizzazione delle mani. Oltre che la pulizia e la sanificazione dei locali. L’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti ad eccezione di quello del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso”. Ma i gestori protestano, i danni sono ingenti e rischiano di cadere definitivamente nel burrone.

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Ora la parola passa al governo

Il nuovo pronunciamento degli esperti potrebbe essere ora recepito dalla cabina di regia del governo. In vista di un probabile Cdm giovedì prossimo. Ma tutto dipende dall’agenda del premier, particolarmente fitta in questa settimana. In prospettiva, quindi, un nuovo decreto che conterrà anche l’aumento – già annunciato – sulla capienza di cinema, teatri, sale da concerto e anche impianti sportivi all’aperto e al chiuso.

Gestori delusi: il governo riveda i numeri

Già lo scorso giugno il Cts si era pronunciato favorevolmente alla riapertura delle sale da ballo (in quel caso solo all’aperto). Rinviando la scelta della data alla politica.  Scelta che il governo non ha preso temporeggiando. Il provvedimento in questi mesi non è mai arrivato, scatenando l’ira dei gestori delle discoteche, ai quali sono stati destinati ristori. Gli stessi gestori restano delusi dai tanti paletti. L’importante è riaprire, naturalmente, ma la condizioni imposte dal Cts non sono favorevoli, si ribella il sindacato dei locali da vallo. Che si augura che in sede di Cdm si possano rivedere le percentuali sulla capienza nei prossimi giorni. Altrimenti in queste condizioni per molti sarà difficile riaprire”.

Locali da ballo, il sindacato: così non riapriamo

“Negli stadi e nei cinema aumentano la capienza. Per le discoteche il 35% è una capienza talmente ridotta. E’ inaccettabile”. Parola di Maurizio Pasca, presidente del Silb, Sindacato italiano dei locali da ballo. “È importante aprire ma non possiamo mantenere quella capienza, i costi di gestione sono ingenti e certamente non riusciremmo a coprirli”. Poi spiega: £Una discoteca che ha una capienza di 1000 persone ha almeno 50-60 persone che lavorano, allora significa che potrebbero entrare solo in 200. È ridicolo, solo il Cts poteva pensarlo. Ci dicano che vogliono tenere le discoteche chiuse, sarebbe più onesto, e ci diano ristori sostanziali”.

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