Columbus Day, la festa resiste solo a New York: il resto d’America ha celebrato i “popoli indigeni”

12 Ott 2021 10:58 - di Laura Ferrari
Columbus Day

È ufficiale: il Columbus Day, come lo celebravano gli italiani d’America, da ieri non esiste più. La presidenza del democratico Joe Biden ha infatti cancellato la storica celebrazione affiacandola con il Giornata dei popoli indigeni. Il passo che porterà alla eliminazione della tradizionale festa che unisce Italia e Stati Uniti.

Negli Stati Uniti ieri, secondo lunedì di ottobre, si celebrava il Columbus Day, come si faceva da quando Franklin D Roosevelt per la prima volta nel 1934 proclamò la festa per chiedere agli americani di celebrare “l’anniversario della scoperta dell’America”. Ma la cancel culture ha vinto e quindi la ricorrenza che celebrava la scoperta dell’America del 12 ottobre 1492 ha assunto tutta un’altra connotazione.

In molti Stati e città americane ieri quindi sono rimasti chiusi uffici pubblici, banche e scuole non per ricordare il Columbus Day ma invece l’Indigenous People’s Day, i popoli nativi americani per i quali quella “scoperta” significò l’inizio di un genocidio e la perdita della loro terra. E quest’anno la ‘coabitazione’ delle due diverse, se non opposte, celebrazioni nella stessa giornata, è stata ufficialmente sancita da Joe Biden che è stato il primo presidente a fare, insieme al proclama per il Columbus Day, anche quello l’ Indigenous Peoples’ Day.

A Philadelphia il sindaco dem tiene la statua di Colombo coperta

Solo New York ha resistito con la tradizionale parata, con centinaia di bandiere tricolori. Ma il resto dell’America liberal, vive con fastidio le celebrazioni.  Esempio plastico della cancellazione della festa è arrivato da Philadelphia. A piazza Marconi, la statuta dell’esploratore genovese rimane coperta da una enorme “scatola di legno”. Gli italiani della città della Pennsylvania hanno sperato inutilmente di festeggiare questo Columbus Day scoprendola di nuovo, come avevano deciso i giudici.

Una decisione contro la quale il sindaco di Philadelphia ha fatto ricorso perché questo, nella sua opinione, avrebbe creato disordini durante il Columbus Day”, racconta all’Adnkronos, Marco Circelli, segretario della scuola di lingua italiana Marco Polo e membro attivo della comunità italiana della città.

Ora l’associazione degli “friends of Marconi plaza”, come si è chiamato il comitato di italiani creato per difendere la statua, prendendo dal nome del parco che la ospita, si prepara ad un nuovo appello, questa volta alla Corte Suprema dello Stato, spiega ancora Circelli ricordando come di fronte al movimento che lo scorso anno, nel mezzo delle proteste del Black Lives Matter, ha portato alla rimozione di decine di statue “la gente di Philadelphia ha deciso da subito di agire per vie legali”.

Non è la prima iniziativa presa dall’amministrazione democratica, con l’intenzione di cancellare la storia italoamericana. La Voce di New York cita anche «la rimozione della statua dell’ex sindaco e commissario di polizia Frank Rizzo di fronte al Municipio, la copertura del monumento di South Philly a Cristoforo Colombo e infine la cancellazione della sua commemorazione. Insomma, se è vero il detto che tre indizi fanno una prova, allora a Philadelphia si sta davvero cercando di cancellare una cultura ben radicata sul territorio».

Mollicone (FdI): “Salviamo il Columbus Day dalla cancel culture”

«Sono intervenuto alla conferenza multimediale “Columbus Day: le relazioni tra Italia e Stati Uniti nel nome di Colombo” promossa da The Watcher Post negli Utopia studios con Umberto Mucci di We the italians, Robert Allegrini, e i colleghi Fucsia Fitzgerald Nissoli e Massimo Ungaro con la conduzione di Ernesto Di Giovanni. Ho sottolineato quanto sia importante celebrare questa giornata e come occorra difendere la memoria storica di Cristoforo Colombo, che negli ultimi anni è stata infangata in nome di una “cancel culture” che è un vero e proprio attacco alla cultura occidentale». Così il componente dell’Unione Interparlamentare Italia-Usa, deputato Federico Mollicone.

«La mozione in difesa di Cristoforo Colombo, di cui sono promotore – aggiunge Mollicone – ha un alto valore storico e simbolico ed è il primo passo per attivare il Parlamento e promuovere iniziative culturali e di scambio, per difendere e diffondere il messaggio di amicizia tra il popolo italiano e il popolo americano. Il Columbus Day ha profonde radici che vanno difese e valorizzate».

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