Napoli, manifesti con bestemmie per pubblicizzare la mostra blasfema promossa dal Comune (video)

21 Set 2021 14:44 - di Marta Lima

Ci sarebbe da vomitare, guardando quei manifesti, invece qualcuno li considera espressioni artistiche: bestemmie, vignette blasfeme, parolacce e chi più ne ha più ne metta, con la benedizione del Comune di Napoli. Sta facendo molto discutere e indignare tanti, a Napoli, la comparsa di alcuni manifesti con messaggi blasfemi e imprecazioni, spesso accompagnate da immagini come Topolino, Disneyland o che rievocano note pubblicità come quella del Crodino. I manifesti, opera di artisti che hanno esposto le proprie opere nella mostra “Ceci n’est pas un blasphème“, festival delle arti “per la libertà d’espressione contro la censura religiosa” in corso al Palazzo delle Arti di Napoli dal 17 al 30 settembre. L’evento è patrocinato dal Comune di Napoli e i locali del primo piano del Pan sono stati concessi dall’Assessorato all’Istruzione, Cultura e Turismo in qualità di “co-promotore dell’iniziativa”.

La mostra blasfema e i manifesti con bestemmie

La mostra, (di cui esponiamo in alto alcune “opere”, coperte nei punti che potrebbero risultare offensivi e blasfemi ndr), viaggia col marchio del Comune di Napoli, l’ultima genialata della giunta De Magistris prima del tanto atteso addio alla città. All’Adnkronos, l’assessore Annamaria Palmieri, titolare delle deleghe, assicura: “I manifesti verranno rimossi perché sono abusivi, non li abbiamo autorizzati. Napoliservizi provvederà, come con tutte le affissioni abusive indipendentemente dal loro oggetto, a rimuoverle”. Riguardo la mostra, Palmieri spiega che “è una mostra sulla libertà d’espressione e il Comune non ha mai censurato nessuno. Si tratta di contenuti forti, particolarmente provocatori e fortemente satirici, quindi – sottolinea – è stato prescritto che all’ingresso fosse posto un avviso con il quale si sconsiglia a un pubblico non adulto e consapevole”. Rimossi perché abusivi, dunque, non perché blasfemi…

La direttrice della rassegna: “I manifesti sono utili ai bambini…”

Emanuela Marmo, direttrice artistica di “Ceci n’est pas une blaspheme”, difende quele volgarità artistiche, a FanPage. “La contrarietà dei cittadini, che hanno fatto notare come i manifesti appaiano anche in prossimità di luoghi di culto o frequentati da bambini, mi spinge a credere ancora più convintamente che le azioni di subvertising sono fondamentali – ha dichiarato -. Questi stessi cittadini, infatti, non hanno nulla da dire, sono assolutamente assuefatti ai messaggi pubblicitari che inoculano un uso erotizzato del corpo femminile e dell’infanzia, che promuovono canoni estetici frustranti e irraggiungibili per persone comuni, che associano la bellezza al possesso di beni inutili, costosi, classisti”.

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