Mattarella-bis, Travaglio attacca i suoi “fan pelosi”. E Scanzi fa a pezzi Benigni: «Giullare di corte»

7 Set 2021 9:46 - di Mia Fenice
Mattarella

Travaglio e Scanzi contro chi vuole tirare la volata al Mattarella-bis. «Come nel 2013 con Re Giorgio I e poi II, è partita la rumba delle perorazioni al capo dello Stato perché accetti la rielezione. Non per 7 anni, come prevedrebbe quel testo desueto chiamato Costituzione, ma solo un po’, per tenere in caldo la poltrona a Sua Altezza Reale Mario I, che poi deciderà quando ascendere al Colle dopo avere spicciato le ultime faccende a Palazzo Chigi.  Come se il Quirinale fosse un albergo a ore», scrive Marco Travaglio in prima pagina sul Fatto Quotidiano.

Travaglio: «Seguiteranno a bisciacarlo fino alla data di scadenza di Mattarella»

«Immaginate cosa pensano all’estero di un Paese che, su 950 parlamentari, non ne trova uno in grado di fare il presidente della Repubblica, cioè di dire quattro banalità a Capodanno (“vestitevi che fa freddo, mettetevi le galosce “), baciare bambini, tagliare nastri ed estrarre dal cilindro un banchiere o chi per lui nelle crisi più serie». E poi ancora: «Anzi, uno ce l’avremmo, ma purtroppo fa già il premier e, se trasloca, restiamo senza e non troviamo più nessuno in grado di guidare il governo, pur formato integralmente da Migliori. Questa barzelletta fa ridere in Italia, figuriamoci fuori dalla cinta daziaria. Eppure è il mantra che salmodiano i giornaloni e seguiteranno a biascicarlo fino alla data di scadenza di Mattarella».

«Se Mattarella e i suoi fan pelosi vogliono provarci…»

Travaglio conclude caustico: «I soliti noti ritentano l’audace colpo per tagliar fuori M5S e Meloni dal prossimo governo con un’ammucchiata ancor più vasta (ora c’è pure la Lega perché i partiti “affidabili” si sono ristretti un altro po’). Se Mattarella e i suoi fan pelosi vogliono provarci, liberissimi. Ma ci risparmino le balle tipo “non ci sono alternative”, “ce lo chiede l’Europa” e “il presidente è costretto al bis”. Le alternative sono almeno 950. In Europa, quando scade un presidente, se ne fa un altro. E nessun presidente può essere costretto al bis: se non vuole, lo dice chiaro e il Parlamento elegge un altro».

Scanzi fa a pezzi Benigni

Andrea Scanzi, dal canto suo, attacca Roberto Benigni per «la sua diversamente coraggiosa supplica a Mattarella, affinché dall’alto della sua infinita saggezza e misericordia ci conceda il bis». Nel tratteggiare il suo identikit, Scanzi scrive: «È colpa di Benigni, e per chi scrive è colpa grave, questa sua involuzione decennale da iconoclasta meraviglioso a giullare di corte. Un’involuzione che, a Venezia, è di nuovo parsa totale e incurabile». Scrive Scanzi: «Per due decenni l’ho trovato meraviglioso, soprattutto con Carlo Monni, Massimo Troisi e nei primi stralunati film. Quanto era bravo! Poi, come credo molti, l’ho perso di vista. Abile (tanto) a raccontare Dante, retorico in molti suoi interventi televisivi, pessimo negli ultimi film, irricevibile nelle sue sbornie renziane. Cosa è accaduto a Benigni? Cosa ti è successo, Roberto? Perché fai così? Come si fa a passare dal rango mirabile di piccolo diavolo a quello avvilente di diuturno celebratore del potere?».

«Forse si nasce incendiari e si diventa pompieri»

E poi ancora: «Benigni è per esempio anche quello del clamoroso (e calcolato) falso storico nel film La vita è bella, che fece subito inorridire un maestro autentico come Monicelli. Ed è appunto anche quello che qualche sera fa, a Venezia, si è esibito nella mielosissima adulazione di Mattarella. Come ha scritto su Facebook Cristina Correani: “Benigni ormai da anni approfitta della sua notorietà per fare politica stando molto ben attento a non disturbare il potere corrente, quello che garantisce sempre i rubinetti aperti. Il giullare che diventa cortigiano per opportunismi propri”. Sarebbe bello poter confutare un’analisi così perentoria, ma onestamente faccio fatica. Molta fatica. Peccato: il Benigni del tempo che fu non era solo bravissimo, ma pareva addirittura coraggioso e sincero. Chissà. Forse si nasce incendiari e si diventa pompieri. Forse si nasce Cioni Mario e si diventa Benigni Roberto».

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