Far West nel carcere di Frosinone: riceve la pistola in cella con un drone e spara a tre detenuti

20 Set 2021 10:08 - di Davide Ventola
carcere Frosinone

Arriverà oggi a Frosinone Bernardo Petralia, capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dopo l’incredibile sparatoria avvenuta proprio all’interno del carcere.
Un detenuto napoletano del circuito alta sicurezza, che era stato minacciato e picchiato nei giorni scorsi da altri detenuti, ha prima minacciato un poliziotto penitenziario con una pistola e poi ha sparato tre colpi verso le celle di altri detenuti.

A darne notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che parla di “carceri allo sbando” e sollecita interventi urgenti da parte del Ministro della Giustizia Marta Cartabia. Secondo le ultime ipotesi investigative, il detenuto avrebbe ricevuto la pistola in cella attraverso un drone. 

 

Un detenuto napoletano ha sparato contro tre compagni che lo avevano aggredito


Racconta Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Quel che è successo è incredibile e allucinante. Un detenuto napoletano di 28 anni, condannato per camorra, una volta autorizzato ad uscire dalla cella per fare la doccia ha puntato una pistola in faccia al poliziotto penitenziario. Quindi si è fatto consegnare le chiavi delle altre celle altrimenti lo avrebbe ammazzato. Poi ha raggiunto le celle di altri detenuti (napoletani e albanesi), che nei giorni scorsi lo avevano minacciato e picchiato. A quel punto, dopo avere tentato inutilmente di aprirle, ha sparato all’interno tre colpi di pistola, senza per fortuna ferire nessuno. Dopo gli spari il detenuto, che possedeva illegalmente anche un telefono cellulare, ha chiamato il suo avvocato. Quest’ultimo, lo ha convinto a consegnare la pistola al personale di Polizia Penitenziaria. Cosa che ha fatto, non prima di ingoiare la sim card del telefonino. Assurdo e incredibile».

 

Carcere di Frosinone, simbolo dei penitenziari nel caos


«Quel che è accaduto è gravissimo. Conferma quel che il Sappe dice da mesi. Ossia che le carceri sono allo sbando. Se fossero state ascoltate le continue denunce del Sappe, probabilmente tutti gli eventi critici denunciati e questa stessa evasione non sarebbe avvenuta. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica. In particolare col regime penitenziario “aperto”. E cioè con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici e occasionali della Polizia Penitenziaria».

Il Sappe: colpa della “vigilanza dinamica” imposta dal ministero della Giustizia


Il Sappe chiede quindi al ministro della Giustizia Marta Cartabia di adottare urgenti provvedimenti «per trovare soluzioni sulle criticità del carcere dal versante del Corpo di Polizia Penitenziaria, soprattutto rispetto all’esigenza di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime detentivo aperto che sono stati la causa principale della crescita esponenziale degli eventi critici in carcere. Auspica di potere incontrare a breve la Guardasigilli per sollecitare tutele ai poliziotti per contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano troppe volte all’interno dei penitenziari».

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